La strage di Portella della Ginestra – 1 maggio
Il 1 maggio del 1947 a Portella della Ginestra, in Sicilia, un gruppo di uomini armati spara su un corteo di lavoratori che festeggia il primo maggio.
Il primo maggio si celebra in tutto il mondo la festa dei lavoratori. Una tradizione nata dal movimento americano per i diritti dei lavoratori, ma presto diffusasi in tutto il mondo.
In Italia festeggiamo il primo maggio dalla fine del XIX secolo, con una pausa di circa vent’anni durante la dittatura fascista, dal momento che il partito di Benito Mussolini si opponeva al movimento operaio e ai suoi simboli.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo, i lavoratori e le lavoratrici di tutta Italia sono potuti tornare in piazza a festeggiare il primo maggio e a rivendicare più diritti per la loro categoria.
La prima celebrazione post-bellica del primo maggio è arrivata nel 1947 e in Sicilia si è macchiata di sangue.
Perché un gruppo di uomini armati, legati a un’organizzazione mafiosa, quel giorno ha sparato su un corteo di lavoratori uccidendo 11 persone e ferendone altre 27.
L’evento di quel giorno è rimasto alla storia come Strage di Portella della Ginestra. E questa è la sua storia.
Nella Sicilia dell’immediato dopoguerra, i lavoratori erano soprattutto contadini. Ovvero, persone che lavoravano la terra e lo facevano quasi sempre per ricchi proprietari terrieri. Persone che, con una parola di origine latina, si chiamano latifondisti. Perché latifondo è la parola con cui si chiama un grosso appezzamento di terra.
I contadini siciliani erano stanchi dei soprusi e delle prepotenze da parte dei latifondisti, speravano in una riforma agraria che portasse più equità nel rapporto tra lavoratori e padroni e quel giorno in particolare erano in strada per festeggiare un risultato politico molto importante.
Alle elezioni regionali di quell’anno, la coalizione del partito socialista e del partito comunista (chiamati insieme Fronte popolare) aveva ottenuto più del 30% dei voti.
Questo poteva significare, per i contadini siciliani, la realizzazione di alcuni loro desideri. Come per esempio la riforma agraria per espropriare le terre ai latifondisti e distribuirle tra i contadini.
Ovviamente questa era una prospettiva desiderabile per i contadini, ma pessima per i proprietari terrieri. I quali avevano perso le elezioni, ma avevano altri mezzi per amministrare il potere in Sicilia.
Come per esempio i gruppi criminali. Insomma, la mafia.
In quel periodo, in Sicilia c’era un criminale molto famoso e feroce. Diventato leggendario come il bandito Giuliano.
È lui, con la sua banda criminale, che organizza la sparatoria a Portella della Ginestra sui contadini che festeggiano il primo maggio.
Perché lo ha fatto? Probabilmente perché, per sue ragioni personali, odiava i comunisti.
E poi perché aveva dei mandanti chiari. I proprietari terrieri e le prime famiglie mafiose che non volevano che i contadini conquistassero potere.
In quell’occasione, insomma, i latifondisti hanno usato il potere mafioso per mantenere il loro controllo e la loro ricchezza.
La strage di Portella della Ginestra è una tragedia, ma non riesce a fermare la lotta dei contadini siciliani. Nel 1950, il parlamento italiano approva la riforma agraria che toglie potere ai grandi proprietari terrieri e porta un po’ di equità nei rapporti tra grandi proprietari e contadini.
Quella volta, la mafia e il potere economico dei latifondisti hanno vinto la battaglia, ma i lavoratori e i contadini siciliani hanno vinto la guerra.
Buon 1 maggio e buon italiano a tutti e tutte!