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Le vespe del Quadraro – speciale 25 aprile

Il 17 aprile del 1944, i nazisti che occupano Roma attaccano il quartiere dove vivono e combattono gli antifascisti romani. Comincia l’azione contro le Vespe del Quadraro.

rastrellamento quadraro

Probabilmente sai già che il 25 aprile in Italia non è una data qualsiasi.

È la data della Festa della Liberazione. Celebra l’anniversario della vittoria sul nazifascismo nella seconda guerra mondiale.

Quel giorno ormai praticamente tutte le città principali italiane erano state liberate grazie al contributo degli Alleati angloamericani da sud e alla Resistenza organizzata dai partigiani nell’Italia centro-settentrionale.

Come si era arrivati a quella situazione? Per capirlo dobbiamo riassumere molto brevemente i fatti della seconda guerra mondiale in Italia.

Quando scoppia la guerra, nel 1939, l’Italia è governata da Benito Mussolini e fedele alleata della Germania nazista di Adolf Hitler. L’Italia, però, durante il primo anno di guerra praticamente non partecipa. Rimane da parte.

Entra in guerra solo nel 1940, quando pensa che ormai il conflitto durerà per poco e che la Germania vincerà. Serve partecipare, dunque, per potere ottenere qualcosa durante i trattati di pace.

Almeno così la pensa Mussolini, e si sbaglia.

La guerra per l’Italia è difficile dall’inizio e peggiora quando anche la Germania inizia a subire sconfitte. Diventa impossibile quando gli Alleati angloamericani iniziano a bombardare le città italiane.

E nel 1943 i primi soldati Alleati sbarcano in Sicilia, dal nord Africa.

Da quel momento, la popolarità di Mussolini cala a picco. I suoi oppositori, che erano deboli e spaventati, prendono coraggio e iniziano a organizzarsi. In partiti, organizzazioni, gruppi di resistenza.

Fino a quando anche il re d’Italia, Vittorio Emanuele III, non capisce che è abbastanza. Destituisce Mussolini da presidente del consiglio e lo fa arrestare. L’8 settembre del 1943, il nuovo presidente del consiglio, il generale Badoglio, firma l’armistizio. In pratica, l’Italia si arrende agli Stati Uniti e al Regno Unito.

Questo causa un momento di grande confusione. Il re e il governo abbandonano Roma diretti a sud, dove saranno protetti dagli Alleati.

La capitale e tutta l’Italia centro-settentrionale restano nelle mani dei nazisti. Che nel frattempo liberano Mussolini e lo mettono a capo di uno Stato-fantoccio, la repubblica di Salò. De facto, uno Stato collaborazionista che governa un pezzo d’Italia assieme ai nazisti sperando di resistere all’avanzata Alleata.

Gli italiani del centro-nord però non ci stanno. Si organizzano i GAP, i Gruppi d’Azione Patriottica, e inizia la Resistenza partigiana. In campagna come in città.

E anche a Roma, naturalmente. Come nel caso delle vespe del Quadraro.

La storia delle Vespe del Quadraro.

Rastrellamento Quadraro Salvatore racconta

Il Quadraro è un quartiere periferico della capitale italiana. Si trova in zona Tuscolana, sulla strada che dalla Basilica di San Giovanni porta a Cinecittà.

Nella seconda parte della guerra, il Quadraro diventa un rifugio di partigiani e disertori.

La popolazione del quartiere, silenziosamente, aiuta gli oppositori antifascisti. Nutre la Resistenza.

E questo ai tedeschi non va giù. Il comandante delle SS di stanza a Roma, Herbert Kappler, quando parla del Quadraro lo definisce “un nido di vespe“.

Le vespe sono insetti fastidiosi e che possono fare male. Entrare in un nido di vespe significa passare un momento spiacevole.

Questo era il Quadraro per i nazisti che occupavano Roma. Un posto pieno di nemici, di oppositori, difficile da eliminare e particolarmente fastidioso.

Per questo, il 17 aprile del 1944, le truppe tedesche decidono di tagliare la testa al toro. Organizzano un rastrellamento. Cioè, un’azione con cui entreranno in tutte le case del quartiere, una per una, arrestando tutti i sospetti.

I partigiani nascosti provano a reagire, ma è difficile. Alla fine dell’azione, i nazisti arrestano circa 2000 persone. Finiranno tutti prigionieri in campi di lavoro in Germania e in Austria.

Soltanto metà di loro, dopo la guerra, ritornano a Roma vivi.

Ai sopravvissuti e ai caduti dedichiamo questo 25 aprile. In onore della Repubblica italiana, nata dall’antifascismo e dal coraggio di tanti che hanno combattuto.

Tra questi, anche loro, le Vespe del Quadraro.

 

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Se non conosci alcune delle parole o delle espressioni usate, scrivimi a salvatoreraccontapodcast@gmail.com per commentarle insieme!

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Buon 25 aprile!


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