Le parole della politica in italiano – Pt. 2
Come leggere e interpretare gli articoli di cronaca politica sui giornali italiani.
Parte 2. Le elezioni
In quali momenti i giornali italiani parlano di politica? Praticamente sempre! In particolare, però, lo fanno quando si avvicinano le elezioni, cioè il momento in cui le cittadine e i cittadini esprimono il loro voto e scelgono i loro rappresentanti politici.
Le elezioni con cui i cittadini scelgono (eleggono) le persone che entreranno in Parlamento si chiamano elezioni politiche. Altre elezioni sono quelle per eleggere il sindaco di una città o il presidente di una regione, e si chiamano amministrative. Oppure ci sono anche le elezioni europee, per eleggere i rappresentanti al parlamento europeo. Su un piano leggermente diverso, ci sono i referendum, con i quali i cittadini votano a favore o contro una precisa proposta di legge.
Perché si vota?
Alle elezioni politiche si vota per eleggere i rappresentanti e le rappresentanti del Parlamento, diviso in due parti: la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. Ogni posto in Parlamento è un seggio, e quindi vince le elezioni politiche il partito (o la coalizione di partiti) che ottiene la maggioranza dei seggi disponibili.
Il Presidente della Repubblica non viene eletto direttamente dai cittadini, ma dai parlamentari e alcuni rappresentanti regionali, chiamati per l’occasione grandi elettori.
Il Presidente del Consiglio, i ministri e tutte le altre figure del governo non sono cariche elettive. Questo significa che né i cittadini né i parlamentari votano per loro.
Per chi si vota?
Le persone che partecipano alle elezioni con l’obiettivo di ottenere una carica si chiamano candidati.
Queste persone si candidano sempre all’interno di liste elettorali, ovvero liste di candidati uniti da un programma elettorale comune. Nel caso delle elezioni politiche, quasi sempre le liste elettorali sono espressione di partiti politici o coalizioni di partiti politici che hanno un programma elettorale comune.
Nel caso delle elezioni amministrative, le liste elettorali sono spesso liste civiche. Ovvero liste di candidati che non fanno parte di partiti politici nazionali, ma funzionano solo nel contesto locale e per quelle specifiche elezioni.
Molto spesso, i candidati cercano di convincere gli elettori con la campagna elettorale, facendo comizi pubblici o partecipando a dibattiti televisivi.
Nel caso delle elezioni politiche ed europee, i candidati possono essere votati dai cittadini e dalle cittadine di uno specifico territorio. Questo territorio viene chiamato circoscrizione elettorale, al cui interno si trova un’ulteriore divisione geografica: il collegio elettorale.
Chi vota?
Possono votare tutte le persone che hanno compiuto 18 anni di età. In modo collettivo si parla di queste persone come di elettorato.
Il numero di persone che decide di esprimere il proprio voto determina l’affluenza. Chi invece non può o non vuole votare, si astiene dal voto, e dunque determina l’astensione.
Come si vota?
Dal punto di vista pratico, si vota sulla scheda elettorale. Ovvero, un foglio di carta su cui si trovano i simboli dei partiti politici e/o i cognomi dei candidati. Per votare, gli elettori devono fare un segno a forma di X sul simbolo (o sul cognome) che scelgono. In alcuni casi, quando le elezioni prevedono un voto di preferenza, gli elettori devono scrivere il cognome del candidato accanto al simbolo.
Dal punto di vista più tecnico, invece, spesso sentirai parlare di sistema elettorale o di legge elettorale.
È un tema molto specifico e complicato, ma in generale diciamo che esistono due tipi di sistemi elettorali più noti.
Il primo è il sistema proporzionale (o semplicemente “il proporzionale”) con cui ogni partito politico (o lista elettorale) ottiene un numero di seggi proporzionato ai voti che ha conquistato.
Il secondo è il sistema maggioritario (o semplicemente “il maggioritario”) con cui il partito politico (o lista elettorale) che ottiene più voti degli altri conquista un premio di maggioranza, ovvero un numero di seggi in più rispetto a quelli ottenuti con i voti degli elettori.
Molto spesso i sistemi elettorali prevedono un sistema di sbarramento, ovvero una quota minima di voti per potere ottenere dei seggi. Ad esempio, se lo sbarramento è al 4% le liste elettorali devono ottenere almeno il 4,1% dei voti per ottenere dei seggi.
Alle elezioni politiche ed europee, le elezioni si svolgono in una sola data. Alle elezioni amministrative, invece, c’è la possibilità (piuttosto concreta) che si vada a votare in due date separate.
Nella prima data, il primo turno, gli elettori e le elettrici esprimono la loro preferenza per il candidato sindaco (o candidato presidente di regione) e per i candidati consiglieri (comunali nel caso di una città e regionali nel caso di una regione). Se nessuno dei candidati sindaco (o governatore) al primo turno ottiene almeno il 50% più uno dei voti, in quel caso è necessario organizzare un secondo turno, chiamato comunemente ballottaggio. Al ballottaggio, gli elettori devono scegliere tra i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno.
Dove si vota?
Solitamente si vota nelle scuole che fermano l’attività didattica per alcuni giorni per l’occasione. In quei periodi, le aule scolastiche si trasformano in seggi elettorali e ospitano alcuni oggetti un po’ atipici.
Per esempio, le cabine elettorali. Cioè, degli spazi semi-chiusi dove le persone possono esprimere il loro voto in modo segreto, come richiesto dalla legge. Dopo avere votato, l’elettore lascia la scheda dentro una scatola che prende il nome di urna elettorale. Per questo motivo, spesso nel linguaggio giornalistica si parla di andare alle urne, risultato delle urne, etc.
Chi conta i voti?
Il compito di contare i voti spetta alle persone che lavorano nel seggio elettorale, ovvero il presidente di seggio e gli scrutatori. Alla fine dell’orario in cui è permesso votare, gli scrutatori aprono le urne e contano i risultati. Quest’operazione si chiama lo spoglio.
A volte, nei seggi sono presenti anche i rappresentanti di lista, ovvero persone legate alle liste elettorali o ai partiti politici e che controllano che lo spoglio vada regolarmente, almeno dal loro punto di vista.
Durante lo spoglio, gli scrutatori assegnano i voti ai singoli candidati e alle singole liste. In Italia, la legge vieta di scrivere sulla scheda elettorale cose diverse dalla X che indica il voto (o eventualmente il cognome del candidato, se richiesto). Le schede in cui si trovano scritte, disegni, commenti o voti non chiari sono schede nulle. Le schede in cui gli elettori hanno deciso di non indicare nessun candidato o nessuna lista sono schede bianche.
E intanto i giornalisti?
Il mondo giornalistico ovviamente è molto interessato al risultato delle elezioni, con tutti i media che sperano di dare le notizie ufficiali per primi. Ovviamente non è molto facile perché i risultati ufficiali del voto arrivano dopo varie ore se non addirittura giorni.
Per risolvere questo problema, i giornali, le tv e i siti internet usano due strumenti. Uno è quello chiamato exit-poll, ovvero interviste effettuate agli elettori subito fuori dai seggi. Il suo valore statistico è ovviamente molto basso.
Un’altra opzione consiste nelle proiezioni elettorali, ovvero alcuni dati presi da alcuni seggi che statisticamente sono considerati credibili a livello nazionale.
Sia con gli exit-poll che con le proiezioni, di solito i media mostrano risultati variabili. Per esempio, possono dire che il risultato di un candidato è tra il 21,5 e il 24%. In questo caso, nel gergo giornalistico si parla di forchetta per indicare la distanza tra il risultato minimo e il massimo immaginati.
È tutto chiaro?
Ricapitoliamo un po’.
L’elettore (femm. l’elettrice) – il cittadino o la cittadina che esprime il suo voto alle elezioni.
L’elettorato – tutti gli elettori e le elettrici in gruppo.
Il candidato (femm. la candidata) – il cittadino o la cittadina che partecipa alle elezioni con l’obiettivo di ottenere voti e quindi di essere eletto/eletta.
Le elezioni – il momento in cui i cittadini e le cittadine esprimono il loro voto.
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- Le elezioni amministrative: quelle in cui i cittadini e le cittadine eleggono il sindaco della propria città e i consiglieri comunali; o quelle in cui eleggono il presidente della propria regione e i consiglieri regionali.
- Le elezioni politiche: quelle in cui i cittadini e le cittadine eleggono i parlamentari della repubblica: ovvero i deputati (per la Camera dei Deputati) e i senatori (per il Senato della Repubblica).
- Le elezioni europee: quelle in cui i cittadini e le cittadine eleggono gli eurodeputati che li rappresenteranno al parlamento europeo.
- I referendum: quelli in cui i cittadini e le cittadine si esprimono su un singolo tema, di solito rispondendo sì o no a una domanda precisa.
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La campagna elettorale – il momento in cui i candidati e le candidate promuovono la propria attività con l’obiettivo di convincere gli elettori a votare per loro.
Il programma elettorale – l’elenco degli obiettivi e delle promesse che un candidato propone agli elettori per convincerli a votare per lui.
La lista elettorale – l’elenco di persone che si candidano alle elezioni con un programma comune. Alle elezioni amministrative, spesso si parla di liste civiche, ovvero liste di candidati che non sono uniti dall’appartenenza a un partito nazionale, ma solo da un programma locale.
Il comizio elettorale – il discorso pubblico con cui un candidato prova a convincere gli elettori
Il collegio elettorale – la porzione di territorio in cui gli elettori e le elettrici possono votare per un particolare candidato. Funziona quasi esclusivamente per le elezioni politiche e quelle europee.
Il seggio elettorale – il posto in cui gli elettori vanno a votare, di solito si trova all’interno di una scuola. La parola seggio, in altri contesti, indica anche il posto in parlamento di un deputato o di un senatore.
La cabina elettorale – lo spazio, di solito fatto da tre paraventi e una tenda, dove gli elettori possono esprimere il loro voto senza che altre persone li vedano.
L’urna elettorale – la scatola in cui si raccolgono i voti espressi dagli elettori.
La scheda elettorale – il foglio di carta su cui l’elettore esprime il suo voto.
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- La scheda bianca – la scheda su cui l’elettore ha scelto di non esprimere alcun voto.
- La scheda nulla – la scheda su cui l’elettore, per scelta o per errore, non ha espresso chiaramente un voto.
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Il presidente di seggio – la persona che coordina le operazioni di voto in un seggio elettorale.
Lo scrutatore (femm. la scrutatrice) – la persona che, dopo le elezioni, verifica e conta i voti sulle schede.
Lo spoglio – le procedure con cui gli scrutatori aprono le urne e contano i voti espressi dagli elettori.
Il primo turno – nelle elezioni amministrative, la prima parte delle elezioni, quelle a cui partecipano tutti i candidati.
Il ballottaggio – nelle elezioni amministrative, la seconda parte delle elezioni, quelle a cui partecipano solo i due candidati che hanno ottenuto più voti durante il primo turno.
Il sondaggio – lo strumento statistico con cui è possibile capire in anticipo i risultati potenziali di una lista elettorale o di un candidato, prima delle elezioni.
Le proiezioni – lo strumento statistico con cui è possibile capire in anticipo i risultati di una lista elettorale dopo le elezioni, ma prima della fine dello spoglio ufficiale.
L’affluenza – la percentuale di persone aventi diritto al voto che decidono di andare a votare.
L’astensione – l’atto di chi non esprime il proprio voto.
Lo sbarramento – La quota minima percentuale di voti con cui un partito, un candidato o una lista elettorale può ottenere un seggio.
Tutto chiaro? Se hai domande, o pensi che manchi qualcosa, scrivimi e fammi sapere!
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