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I francesismi in italiano

Francesismi Salvatore racconta Podcast in italiano per stranieri

Bonjour!

Ehm, scusate… buongiorno!

Il fatto è che la lingua italiana usa moltissime parole di origine francese e veri e propri prestiti dal francese.

In una parola, francesismi.

I francesismi sono oggi una delle categorie di forestierismi più diffuse nella lingua italiana, naturalmente insieme agli anglicismi.

Perché ci sono tanti francesismi in italiano?

Innanzitutto, per la vicinanza geografica, culturale e linguistica tra il mondo italofono e quello francofono.

E poi perché il francese, nella storia, è stato a lungo una lingua molto prestigiosa. La lingua in cui parlavano le corti reali di tutta Europa, per esempio.

Oggi i francesismi in italiano si trovano sparsi un po’ ovunque nella lingua comune, ma soprattutto in alcuni ambiti nei quali il mondo francese e francofono ha avuto un’influenza di livello globale.

Come per esempio la cucina e l’abbigliamento, ma non solo.

Partiamo, dunque. Vediamoli insieme.

I francesismi più comuni della lingua italiana.

A gogò (pronunciato a gogò) – È un’espressione scherzosa usata per parlare di qualcosa che si trova in grande quantità. Di solito riferito a qualcosa di positivo.

Ieri alla festa ci siamo divertiti un sacco! Belle ragazze a gogò!

Á la coque (pronunciato a la kok) – È l’espressione che indica una precisa tecnica di preparazione delle uova. Quella in cui facciamo bollire le uova per pochi minuti fino a ottenere una consistenza solida, ma morbida. A volte italianizzata in ‘alla coque’.

Come ti piacciono le uova? Le preferisci sode o alla coque?

Á la page (pronunciato la pàaˇ∫) – È un’espressione usata per parlare di qualcuno o qualcosa aggiornato e che conosce le ultime tendenze. A volte, sinonimo di alla moda.

È una scrittrice molto á la page. Per questo ha tanto successo. Scrive quello che le persone vogliono leggere.

Applique (pronunciato aplìk) –  Questo sostantivo è il nome di un tipo di lampadario che non pende dal soffitto, ma si trova attaccato a una parete.

Quando abbiamo comprato la casa c’erano dei grossi lampadari antichi, ma noi preferivamo un altro stile e così li abbiamo sostituiti con queste applique.

Attaché (pronunciato atašé) – Nel gergo diplomatico, si chiama così la persona che si occupa di una specifica area di interesse all’interno dell’ufficio di un’ambasciata. In italiano si usa anche la parola addetto.

Mercoledì scorso l’attaché culturale dell’Ambasciata italiana a Berlino ha inaugurato la nuova mostra di maestri rinascimentali del museo nazionale.

Beige (pronunciato bèeˇ∫) – Questo sostantivo indica il colore a metà strada tra il bianco, il grigio e il marrone molto chiaro.

Ho comprato un paio di pantaloni beige, spero che stiano bene con la camicetta rosa.

Bon Ton (pronunciato bon ton) – Questo sostantivo indica la capacità di comportarsi bene in società. L’insieme dei comportamenti e delle buone maniere necessarie in un contesto formale ed elegante. Si può sostituire, in parte, con l’italiano buone maniere.

Adoro le feste organizzate da Emilia, conosce davvero bene le regole del bon ton e fa tutto in modo impeccabile.

Boutique (pronunciato butìk) – È un sostantivo che in generale significa negozio, ma in italiano è usato per definire i negozi particolarmente eleganti soprattutto nel campo dell’abbigliamento.

Via Napoleone a Milano è la strada delle boutique più eleganti. Ci sono tutte le grandi marche.

Bouquet (pronunciato buké) – È un sostantivo che indica un mazzo di fiori, e in particolare quello portato dalla sposa il giorno del suo matrimonio.
Nel campo dei vini e dei liquori, è una parola usata per definire gli aromi specifici della bevanda.

Vieni! Presto! La sposa sta per gettare il bouquet!

Questo vino bianco prodotto in Sicilia ha un bouquet di note fruttate, in particolare mandorle e nocciole.

Brioche (pronunciato briòš) – È un sostantivo che indica un prodotto da forno soffice e dolce. In alcune città del nord Italia, si usa al posto di cornetto. Esiste anche il diminutivo, italianizzato nella grafia, brioscina.

Buongiorno, per me un cappuccino e una brioche vuota, per favore.

Buffet (pronunciato buffè) – È un sostantivo che indica la situazione in cui il cibo al ristorante non viene portato ai tavoli, ma viene disposto su un grande tavolo comune da cui gli ospiti prendono quello che vogliono.

Potete fare colazione tra le 7 e le 10 nella sala apposita, offriamo un ricco buffet con scelte dolci e salate.

Buvette (pronunciato buvet) – È un sostantivo che indica un piccolo bar, di solito all’interno di una struttura chiusa come un teatro, riservato agli ospiti o ai lavoratori di quella struttura.

Il ministro dell’energia e il capo dell’opposizione si sono incontrati per una conversazione informale alla buvette del Senato.

Ça va sans dire (pronunciato sa va san dir) – È un’espressione usata per dire che qualcosa è ovvio, al punto che non ci sarebbe bisogno di dirlo. In italiano si può sostituire con parole come naturalmente, ovviamente, o con l’espressione va da sé.

Vi piace la nostra casa nuova? L’ha progettata un architetto amico nostro, mentre il giardino -ça va sans dire- è un’idea originale di Claudia.

Chance (pronunciato šans) È un sostantivo che indica una possibilità, in particolare quando abbiamo a disposizione alcuni tentativi.

Ti avverto, Mario. Per questa volta ti perdono, ma è la tua ultima chance per dimostrarmi che mi sei fedele!

Chapeau (pronunciato šapò) – È un sostantivo che in francese significa letteralmente cappello, e si usa come esclamazione per mostrare a qualcuno ammirazione, con tono sincero o anche ironico.

Sara, hai preparato una cena eccezionale. Che dire? Chapeau!

Chapeau francesismi italiano

Chic (pronunciato šik) – È un aggettivo che usiamo per definire qualcuno o qualcosa di molto elegante e raffinato. Ha prodotto anche l’aggettivo, usato quasi solo in senso ironico, chiccoso (Uhu! Che posto chiccoso!) e il sostantivo sciccheria, con una grafia già evidentemente italianizzata (Oggi facciamo una sciccheria, apriamo una bottiglia di vino da 1000 euro!)

Adoro questo ristorante! Dal menù alla musica, dall’arredamento alle divise dei camerieri, è tutto molto chic!

Chignon (pronunciato šin’õ) – È un sostantivo che indica una pettinatura tipicamente femminile che consiste nel raccogliere i capelli con un nodo sulla nuca, cioè sul retro della testa.

La modella porta un elegante abito azzurro e i capelli raccolti in un discreto ma raffinato chignon.

Cliché (pronunciato klišé) – È un sostantivo che indica uno stereotipo, ovvero un concetto non vero ma ripetuto e conosciuto da molti.

Ogni volta che dico che sono siciliano, mi chiedono della mafia. Non ne posso più di questi cliché!

Collier (pronunciato kollié) – È un sostantivo che indica una collana particolarmente pregiata, possibilmente con l’aggiunta di brillanti e pietre preziose.

Hanno rubato tutti i gioielli della contessa! Orecchini, anelli e anche il collier di diamanti!

Décolleté (pronunciato dekolté) – È un sostantivo che indica la scollatura di una maglietta, una camicetta o un vestito femminile. L’equivalente dell’italiano scollatura.

Per i miei gusti, questo abito non va bene per il tuo matrimonio. Ha un décolleté troppo largo.

Il risultato del partito del presidente alle elezioni è stato una vera e propria débâcle. Tutti i capi di partito sono molto delusi.

Défaillance (pronunciato defai̯ãs) – È un sostantivo che si usa per parlare di un breve momento di debolezza fisica con conseguente mancanza di forze. A volte, usato anche con significato sessuale per fare riferimento a un rapporto che non si è potuto concludere. Più in generale, un momento in cui qualcuno fa qualcosa non all’altezza della propria reputazione.

Il candidato sindaco ha avuto una leggera défaillance durante il comizio, ma si è ripreso dopo pochi minuti e ha continuato con grande energia.

D’essai (pronunciato d’esè) – È un’espressione usata in particolare nel gergo del cinema, per parlare di una sala che propone soprattutto, o esclusivamente, film vecchi e di grande valore artistico in contrasto con quelli nuovi e commerciali.

Andiamo al festival del cinema muto? Lo organizza quel cinema d’essai che c’è vicino a Via San Vitale.

Cinema d'essai francesismi italiano

Escamotage (pronunciato eskamotàaˇ∫) – È un sostantivo che indica un modo astuto, creativo e non sempre corretto per superare un ostacolo.

Nei documenti c’erano alcuni errori, ma il notaio ha usato un escamotage per riaverli e li ha corretti subito. Che fortuna!

Flambé (pronunciato flambé) – È un aggettivo nel lessico culinario per indicare un piatto che, al momento di essere servito, viene bagnata con un po’ di liquore che poi viene bruciato per dare un effetto di fiamma.

Stasera preparerò per voi gli involtini di vitello flambé!

Foulard (pronunciato fulàar) – È un sostantivo che indica il fazzoletto elegante di seta, o altro tessuto, prevalentemente femminile da indossare al collo o sulla testa.

Che bel foulard, Silvia! Dove lo hai comprato?

Garage (pronunciato ġaràaˇ∫) – È un sostantivo che indica il luogo, privato o pubblico, in cui parcheggiare le automobili al coperto.

Ho parcheggiato la macchina in garage. Se ti serve, le chiavi sono nell’anticamera.

Lingerie (pronunciato linˇerì) – È un sostantivo che indica la biancheria intima femminile, soprattutto se di buona qualità.

In centro hanno aperto un nuovo negozio di lingerie. Andiamo?

Papillon (pronunciato papii̯õ′) – È un sostantivo che indica l’indumento elegante da portare al collo, alternativo alla cravatta. In italiano è noto anche come farfallino.

Mario ha deciso di non indossare la cravatta tradizionale per il suo matrimonio. Preferisce un papillon.

Parquet (pronunciato parké) – È un sostantivo che indica il pavimento fatto di assi di legno. A volte si usa come sinonimo del campo da basket, dato che questo è sempre fatto in parquet.

Bambini, mi raccomando, pulitevi bene le scarpe prima di entrare altrimenti rischiate di rovinare il parquet!

Passe-partout (pronunciato pas partù) – È un sostantivo che indica una chiave che può aprire tutte le porte, tipica degli alberghi. Metaforicamente, una persona o una cosa che offre molte opportunità.

Se vai dal capo e gli dici che conosci Marino Bozzi, ti ascolterà sicuramente. Quel nome è un vero passe-partout in questo ufficio!

Pendant (pronunciato pãdã) – È un sostantivo usato per dire che due cose stanno molto bene insieme. Usato solitamente nel campo della moda, ma anche in altri settori in senso metaforico.

Ho comprato a Laura una collana, spero che faccia pendant con gli orecchini che porta sempre.

Pois (pronunciato puà) – È un sostantivo che definisce un tessuto decorato con delle figure circolari o dei punti. Praticamente sempre usato nell’espressione a pois.

Per la festa di Anna, credo che indosserò quel nuovo vestitino a pois che ho comprato la settimana scorsa.

Pourparler (pronunciato purparlé) – È un sostantivo usato per descrivere una conversazione informale e non ufficiale, di solito all’inizio di una trattativa o di una negoziazione.

No, non mi hanno ancora davvero promesso un aumento. Ne abbiamo parlato, sì, ma è stato solo un pourparler. Vedremo in futuro come andrà.

Rendez-vous (pronunciato rãdé vu) – È un sostantivo che indica un appuntamento. Sia nel significato di appuntamento romantico sia in quello di evento ciclico. Dato che ha un sinonimo italiano perfetto, si usa per dare un cambio stilistico o in tono scherzoso.

Sono arrivati tutti i grandi registi e i grandi attori del momento. È tutto pronto per il rendez-vous del cinema al Festival di Venezia.

Routine (pronunciato rutìn) – È un sostantivo che indica l’insieme delle attività quotidiane compiute da una persona. A volte usato per indicare una pratica comune e non eccezionale.

Basta, ne ho abbastanza della solita routine, dall’anno prossimo cambio lavoro!

Non si preoccupi, signora, non è nulla di particolare, solo un esame del sangue di routine.

Savoir-faire (pronunciato savu̯àar fèer) – È un sostantivo che indica i comportamenti di una persona elegante e raffinata che sa usare queste abilità per impressionare gli altri.

Antonio ieri ha convinto tutti della sua idea, anche grazie al suo irresistibile savoir-faire.

Savoir faire francesismi in italiano
Photo by Marko Milivojevic on Pixnio

Souvenir (pronunciato suvenir) – È un sostantivo che, come in tante altre lingue, indica gli oggetti che possiamo comprare come ricordo di una vacanza o di un viaggio.

Laura è andata in Egitto e mi ha comprato degli orribili souvenir, tra cui un pelapatate a forma di piramide!

Tailleur (pronunciato tai̯ö′ör) – È un sostantivo che indica il classico completo elegante da donna composto da gonna e giacca abbinate.

In ufficio di solito indosso i pantaloni, a meno che non ci siano incontri con clienti molto importanti. In quel caso, metto un tailleur.

Tranchant (pronunciato trãšã) – È un aggettivo usato per definire un giudizio molto netto e severo.

Mario è un intenditore di vini, per questo odio andare con lui al ristorante e sentire i suoi giudizi tranchant.

Tour de force (pronunciato tùur dë fòrs) – È un’espressione che indica uno sforzo duro e prolungato.

Partiamo alle 6 di mattina da Roma, poi abbiamo una riunione a Firenze, un incontro a Parma e una cena d’affari a Milano. Sarà un vero e proprio tour de force!

Tout court (tu kùur) – È un’espressione usata per dire che parliamo di qualcosa in generale e non in particolare.

C’è un problema in questo ufficio. E non parlo di comportamenti particolari di alcune persone, ma dell’atmosfera tout court. Dobbiamo cambiare!

Vin brulé (pronunciato vin brulé) – È un’espressione che deriva dall’aggettivo brulé, che in francese significa bruciato. Il vin brulé è il tipico vino cotto aromatizzato che viene servito caldo soprattutto in montagna.

Dopo quattro ore a sciare, ora andiamo tutti a bere un bel bicchiere di vin brulé, che ne dite?

Ovviamente, questa lista di francesismi non è esaustiva. Ce ne sono anche tanti altri. Te ne vengono in mente alcuni? Fammi sapere e li aggiungeremo a questa lista!

Ti ricordo inoltre che Salvatore racconta è una piattaforma di materiali in italiano per stranieri, ma è soprattutto un podcast.

Esce un episodio a settimana che dura circa 15/18 minuti e racconta una storia in italiano semplice. Se hai un livello di italiano intermedio/avanzato, probabilmente capirai l’80% delle parole e delle espressioni. E per il restante 20%? C’è la trascrizione dell’episodio.

Puoi trovarla a questo link oppure riceverla direttamente sul tuo indirizzo di posta elettronica iscrivendoti alla newsletter. Puoi farlo dal pulsante qui sotto, quello con la scimmietta! 🙂

Buon italiano e buon ascolto!

 


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