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#44 – Benevento, i longobardi del sud

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 31 dicembre 2021.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

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Benevento Salvatore racconta Podcast in italiano per stranieri

 

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Le differenze tra nord e sud sono un tratto peculiare dell’immagine dell’Italia.

Da un punto di vista climatico, gastronomico, culturale, di mentalità. E anche architettonico.

Alle città del nord, per esempio, associamo radici storiche medievali. Legate dunque a castelli, cavalieri, torri, mura e chiese gotiche.

Alle città del sud, invece, è più facile accomunare un passato dal patrimonio greco e romano. Colonne, templi, anfiteatri e via dicendo.

È uno scenario spesso sincero. Spesso, appunto, che è una parola diversa da sempre.

C’è una città al sud che ha le sue origini in un mondo misterioso e più antico dei romani, ma che ha costruito la sua identità architettonica nel medioevo. Grazie a un popolo barbaro e nordico, nei costumi e nelle tradizioni.

Una città relativamente poco conosciuta, perché sorge in una regione dominata simbolicamente da altre città, molto grandi e importanti.

È una città legata ai Papi e alla Chiesa, anche se poi il suo prodotto più famoso non è un vino, ma un liquore. Prodotto proprio qui, anche se a base di erbe esotiche e lontane.

Un liquore il cui nome porta direttamente a leggende e miti pagani.

Lo stesso nome della città, del resto, riporta a una storia di superstizioni e miti, portati qui da un piccolo popolo del Lazio pronto a conquistare il mondo. I romani, ovviamente.

La città di cui parliamo oggi si trova in Campania, poco lontano da Napoli, ma con una storia e un’identità tutte sue.

Parliamo di Benevento, e partiamo come sempre da un po’ di storia.

Come abbiamo accennato, la storia di Benevento è antichissima e risale a un popolo che abitava il sud Italia ben prima dell’arrivo e della conquista di Roma.

Era il popolo dei Sanniti, gente combattiva e bellicosa che ai romani ha dato molto filo da torcere.

Ai tempi dei Sanniti, la città si chiamava Maloenton, reso in latino come Maleventum. In italiano, sarebbe Malevento. E qui la prima curiosità.

Non serve essere esperti di etimologia, o avere un livello di italiano particolarmente avanzato, per rendersi conto di come Malevento non suoni proprio bene. Fa pensare a un evento cattivo, sfortunato. Legato indissolubilmente al male.

I romani, soprattutto quelli dei primi secoli, erano terribilmente superstiziosi e non amavano l’idea che una loro città avesse un nome portatore di sfortuna.

Così, dopo una battaglia particolarmente importante vinta contro Pirro il re dell’Epiro, combattuta proprio in prossimità di Maleventum, hanno deciso di cambiare il nome un po’ più benaugurante di Beneventum. E dunque, l’attuale Benevento.

Come tutto il resto d’Italia, Benevento cresce finché Roma è rigogliosa e cade in disgrazia quando l’Impero si disgrega.

All’inizio del medioevo, Benevento vive sulla pelle dei suoi abitanti il caos distruttivo delle invasioni barbariche, soprattutto quelle dei Goti, ma infine trova stabilità con l’ultimo dei suoi conquistatori: i Longobardi.

Questo popolo arrivato da oltre le Alpi domina per secoli alcune parti dell’Italia non più romana. I longobardi si stabiliscono soprattutto al nord, e per questo da loro viene il nome dell’attuale Lombardia, ma arrivano anche al sud.

Sono un popolo di guerrieri e agricoltori, con uno scarso rapporto con il mare e la navigazione. Per questo, non conquistano mai Roma o Napoli, ma al sud ci arrivano comunque, eccome. Tra le città che conquistano, trovano un’autentica roccaforte proprio a Benevento. Che diventa sede di un duca longobardo. Al pari di Pavia. Una specie di capitale dei nuovi dominatori d’Italia.

Il dominio longobardo dura solo, si fa per dire, tre secoli. Benevento alla fine passa in mano bizantina e si trova legata alla Chiesa e al potere romano. Eppure, la sua storia resterà sempre un po’ alternativa a quella del resto della regione.

Nella seconda parte del medioevo, ha uno status piuttosto particolare. Mentre in Campania si costituisce il Regno di Napoli, legato a doppio filo alla corona spagnola, Benevento viene governata da principi scelti e approvati da Roma. E dunque, dal Papa. Insomma, diventa un’enclave dello Stato della Chiesa all’interno del Regno napoletano.

Non sempre si tratta di un’autonomia effettiva, anzi, ma costituisce l’essenza di un’identità speciale per Benevento, che dura per secoli. Fino al 1860, per l’esattezza. Quando da sud arriva un esercito garibaldino che porta all’unione delle terre del Papa e di Napoli al nuovo regno d’Italia.

Nel ventesimo secolo, la città soffre un periodo duro negli anni della guerra, quando 2000 persone muoiono e metà degli edifici abitativi vengono distrutti a causa dei bombardamenti anglo-americani sul sud Italia.

Dopo la fine del conflitto, Benevento si rialza. E nel tempo, ottiene lentamente l’aspetto che conserva ancora oggi.

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Dunque Benevento è una Campania atipica. Le differenze, rispetto a Napoli, Sorrento o Salerno, saltano subito all’occhio.

Il panorama architettonico, fatto di reperti romani ma anche e soprattutto di chiese medievali, e la stessa costruzione della città, dichiarano apertamente che qui c’è un’altra storia. E un po’ lo fa anche il dialetto locale, più cupo e cavernoso rispetto alla solare sonorità del napoletano.

Sembra di sentire una nota esotica, settentrionale. Chissà, magari proprio longobarda.

Differenze si notano poi anche nella cucina. Capiamoci, siamo comunque a solo un’ora da Napoli, la tradizione della pizza non manca di certo. I beneventani però hanno i loro piatti tipici di cui sono molto orgogliosi, tra cui i cicatielli, un formato di pasta simile alle orecchiette pugliesi, serviti con ragù, legumi o cime di broccoli.

Per chi ama la carne, invece, sono da provare gli ammogliatielli, involtini fatti con le interiora di agnello e farciti con aglio e prezzemolo. Per chi non ama la carne, c’è una grande scelta di formaggi, a partire dal caciocavallo, ma anche vari prodotti a base di verdura. Come i peperoni fritti e croccanti.

Nel campo dei dolci, lo scettro di re dei dessert beneventani spetta ai susamedd, biscotti semiduri aromatizzati con miele e mandorle. Da sgranocchiare con un buon vino bianco locale, per esempio una Falanghina, o con il liquore simbolo di Benevento: il liquore Strega. Una bevanda ad alta gradazione alcolica a base di erbe e dallo spiccato colore giallo, dato dall’uso dello zafferano.

Ormai da decenni, lo Strega è anche il simbolo e sponsor del più prestigioso riconoscimento letterario italiano. Il Premio Strega, per l’appunto. Accaparrarsi questo premio è il sogno di tutti gli scrittori e le scrittrici del bel Paese!

Una curiosità legata a questo nome. Forse sapete che la strega, nel folklore italiano, è una donna che fa magie, di solito con intenti negativi. Qui, nell’antica terra dei Sanniti, le leggende con le streghe non mancano di certo. Ne esistono tante versioni, praticamente una diversa per ogni singolo paesino e villaggio del beneventano, ma quasi tutte hanno almeno un po’ di elementi in comune. Come per esempio un albero di noce attorno al quale, secondo la leggenda, le streghe si incontravano. Oppure che il loro punto debole fosse in una parte insospettabile del corpo: i capelli.

E poi le streghe sono protagoniste di molte canzoni, filastrocche e proverbi da pronunciare e recitare rigorosamente in dialetto beneventano. Altrimenti l’effetto non vale!

Insomma streghe, streghe ovunque.

Una strega, del resto, rappresentata mentre cavalca il classico manico di scopa, è al centro del simbolo del Benevento calcio, che gioca le sue partite casalinghe nel moderno stadio Ciro Vigorito e indossa maglie a strisce gialle e rosse.

Dopo tante stagioni piuttosto anonime, il Benevento calcio ha recentemente fatto capolino per due volte in serie A ed è oggi tra le squadre più forti del campionato di serie B.

Il loro soprannome? Ovviamente, “le streghe”.

Che ne dite?

Forse non siete così convinti da organizzare un viaggio diretto ed esclusivo a Benevento, ma è bene ricordare che i tesori della Campania non sono solo a Napoli, ma vanno oltre per chi ha voglia di scoprirli. Come a Benevento, dove l’anima mediterranea e solare incontra quella sannita, storica e quasi innata, e persino quella medievale e longobarda.

Un mix unico e imperdibile per chi ama l’Italia in tutte le sue sfumature.

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