#40 – Modena: tra arte, cibo e macchine veloci
Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 4 dicembre 2021.
Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.
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Siete appena arrivati all’aeroporto Marco Polo di Venezia. Voi però siete ascoltatori di Salvatore racconta.
A Venezia sicuramente ci siete già stati, e avete voglia di qualcosa di diverso. Allora prendete un treno diretto verso sud. Che attraversa il Po e arriva a Bologna.
Magari però anche a Bologna ci siete già stati. E avete voglia di qualcosa di nuovo.
Vale la pena prendere un altro treno. Non ci vorrà molto, ve lo prometto.
Un treno diretto a ovest, che segue parallelo la linea del Po.
A un certo punto, dopo al massimo mezz’ora di viaggio, vi troverete in una città molto particolare.
Ha l’aria da capitale rinascimentale, piena di palazzi eleganti e antichi. Allo stesso tempo, se fate attenzione, sentirete sullo sfondo il rumore della modernità. Rumore di motori rombanti.
In questa città di cose curiose ne troverete tante. Ad esempio, una torre centenaria, con un campanile maestoso in pietra e al suo interno… un secchio di legno.
Troverete anche tracce musicali importanti. Quelle di uno dei più famosi cantanti d’opera di tutti i tempi, ma anche quelle di uno dei nomi più noti del rock italiano.
Troverete osterie dove si mangia tanto, bene e con poco, bevendo vino semplice e gustoso. Ma troverete anche alcuni tra i prodotti più pregiati della cucina italiana.
Troverete una città innamorata della pallavolo, ma anche molto legata al calcio. Grazie ai Panini. E non intendo quelli da mangiare.
Insomma, oggi andiamo a Modena, tra arte, cibo e macchine veloci.
Modena si trova nel cuore dell’Emilia. A metà strada tra Bologna e Parma, a nord ha il Po che la separa dalla Lombardia, a sud ha gli Appennini che la separano dalla Toscana.
L’identità di Modena è insomma al cento per cento emiliana, fatta per lungo tempo di un’orgogliosa rivalità con Bologna e di secoli di autonomia.
Ma per parlare bene di tutto questo, dobbiamo partire da lontano.
Come per quasi le città dell’Italia centrale, la storia di Modena parte con gli Etruschi. Che danno alla città il suo primo nome: Mutina.
Dopo gli etruschi arrivano i romani. E Modena, che si trova lungo la nuova via Emilia, una strada che porterà da queste parti commercio e ricchezza.
La Modena romana fiorisce per secoli, ma i problemi arrivano quando l’impero va in declino. Dal III secolo dopo Cristo in poi, Modena è in balia degli eventi e la sua unica ancora di salvezza è il suo vescovo Geminiano. I modenesi restano così legati alla sua figura che, un secolo dopo, quando il feroce Attila re degli Unni è nelle vicinanze, pregano Geminiano –che nel frattempo è diventato santo- di proteggerli. E secondo la leggenda, San Geminiano manda su Modena una nebbia così fitta che Attila non può entrare in città. Perché non la vede.
Con l’inizio del medioevo, Modena diventa una città del sacro romano impero, ma con grande autonomia.
È proprio da città libera che inizia una grande rivalità con Bologna per l’egemonia sull’Emilia. Rivalità che porta alla battaglia di Zappolino del 1325. In quell’occasione, l’esercito di Modena sbaraglia i bolognesi, li costringe alla fuga e li insegue fino alle mura di Bologna. Arrivati lì, i soldati modenesi stanchi si fermano a riposare. Alla fine, rubano un secchio di legno da cui hanno bevuto. Un simbolo di vittoria, diventato famoso come ‘la secchia rubata’. Una sua copia si trova ancora esposta all’interno della torre Ghirlandina a Modena, ai locali ricorda ancora con piacere la vittoria su Bologna.
Torniamo alla storia però.
Alla fine del medioevo, Cesare d’Este, erede della famiglia dei duchi di Ferrara, diventa duca di Modena. La sua famiglia regnerà sulla città praticamente fino all’Unità d’Italia con la breve eccezione del periodo napoleonico.
Il periodo del ducato di Modena è molto importante per la città. A differenza di Bologna, Ferrara, Perugia e altre città dell’Italia centrale controllate dallo Stato della Chiesa e quindi subordinate a Roma, Modena cresce, si arricchisce e diventa bella e importante. Il Duomo cittadino, con la torre Ghirlandina, esistevano già prima. Ma l’altro importante simbolo architettonico modenese, il Palazzo Ducale, arriva proprio in questi anni.
Essere città ducale è stato a lungo un vantaggio per i modenesi. Non significa però che tutti fossero così contenti. Nel XIX secolo non sono mancate le rivolte contro il dominio dei duchi, anche perché nel frattempo la famiglia Este si era imparentata con gli Asburgo d’Austria e quindi era sentita come un potere straniero e oppressivo.
Durante le guerre per l’unificazione italiana, Modena si ribella agli Este, costringe il Duca Francesco V ad abbandonare la città e, con un plebiscito, si unisce al futuro Regno d’Italia.
Da quando Modena diventa italiana succedono molte cose interessanti. Per esempio nel 1898 nasce un uomo il cui cognome diventerà famoso. Enzo Ferrari. Intanto la città cresce, diventa un centro industriale ma anche legata alle campagne attorno. Presto in città si sviluppa un forte sentimento di classe, e Modena diventa una città rossa, piena di socialisti. Che protestano, scioperano, lottano. E vengono fermati dall’arrivo del fascismo.
La dittatura fascista ai modenesi fa saltare la mosca al naso e ben presto la città diventa uno dei centri della resistenza partigiana, cosa che dopo la guerra le fa guadagnare una medaglia d’oro al valore militare.
Nel dopoguerra, Modena cresce ancora e dà vita alle cose che ancora oggi la rendono famosa. La sua anima rossa resta ancora viva. Da quando esiste la repubblica, la città non ha avuto un sindaco che non fosse di sinistra. Più o meno moderata.
Clicca qui per scaricare il pdfAbbiamo nominato Enzo Ferrari, e non è stato un caso. Il creatore del cavallino rampante è nato qui. Poco lontano dalla stazione dei treni di Modena oggi potete visitare il museo Enzo Ferrari.
Che del resto, non è l’unico marchio motoristico legato a Modena. Qui si trova anche la sede della Maserati, nata in realtà a Bologna ma trasferitasi presto dai suoi acerrimi rivali.
Le eccellenze modenesi tuttavia non sono solo nelle macchine, ma anche nel cibo. Viene da qui la grande tradizione dell’aceto balsamico, l’aceto fatto invecchiare molto lentamente in varie botti di legno. Per produrlo ci vogliono anni di lavoro e per questo il vero aceto balsamico è molto costoso.
Il modo migliore per gustarlo è su un pezzo di parmigiano reggiano. Magari accompagnato da una crescentina, ovvero un disco di pane cotto, secondo la tradizione, sulla terracotta rovente.
Al posto della crescentina, potete provare quello che a Modena chiamano lo gnocco fritto. Anzi, contrariamente alle regole basilari dell’ortografia, “il gnocco fritto”. Una frittella di pane fritta nello strutto o, ultimamente, anche nell’olio vegetale. Ottimo per accompagnare verdure grigliate oppure i vari salumi prodotti in questa regione.
Per non parlare della pasta! Tutta l’Emilia è terra di pasta all’uovo. A Parma si fanno gli anolini, a Ferrara i cappellacci, a Bologna e Modena i tortellini.
Un momento. Ma come Bologna e Modena? Due città così storicamente rivali condividono la tradizione dei tortellini? In verità, sì, ma questo non significa che la rivalità si fermi. Anzi. Vi ricordate la battaglia di Zappolino? Quella finita con il rapimento del secchio che oggi si trova esposto a Modena dentro la torre Ghirlandina.
Bene, secondo una leggenda, la storia dei tortellini parte da lì. Racconta che, dopo la battaglia, Bologna ha provato a ottenere la rivincita e la nuova guerra tra bolognesi e modenesi ha coinvolto persino gli dei greci dell’Olimpo! Tra loro anche Afrodite, che dopo la battaglia è andata a riposarsi in una locanda a metà strada tra Modena e Bologna. Il proprietario della locanda, sapendo di ospitare nientepopodimeno che la dea della bellezza in persona, ha avuto la tentazione di sbirciare dal buco della serratura nella speranza di vederla in tutta la sua grazia. Dal buco della serratura, però, l’uomo ha visto solo una parte della dea. Il suo ombelico! Quella forma così armoniosa gli ha ispirato l’invenzione del tortellino.
Quindi insomma, i tortellini sono nati tra Modena e Bologna. E a chi appartengono? Difficile decidere. Diciamo che sono di entrambe e ce ne laviamo le mani! Sia a Modena che a Bologna, potrete gustarne di veramente molto buoni. Rigorosamente in brodo, mi raccomando!
Cosa bere per mangiare tutto questo ben di Dio? Il vino modenese per eccellenza, il Lambrusco! Un rosso frizzantino, dal gusto amabile. O se preferite il bianco, va bene anche un Pignoletto.
Dessert? Il bensone modenese, per esempio. Un pane dolce aromatizzato al miele che si accompagna con una tazza di tè… o con l’ennesimo bicchiere di Lambrusco!
Tra tigelle, gnocco fritto e bensone, i carboidrati a Modena non mancano. E non abbiamo ancora parlato dei Panini. Questa volta però non in senso culinario.
I Panini in questione sono una famiglia modenese di editori, che pubblicano le edizioni italiane dei fumetti Marvel, ma anche i fumetti di Topolino di cui abbiamo parlato qualche episodio fa. Panini è famosa inoltre, e soprattutto, tra gli appassionati di calcio. Perché da tantissimo tempo pubblica l’album delle figurine dei calciatori della serie A, quelli dove incollare le figurine da collezione, comprate in edicola o scambiate con gli amici.
A proposito di calcio, a Modena se ne parla con un po’ di malinconia. Il Modena Football Club esiste dal 1912, porta i colori giallo e blu e il soprannome di “i canarini”, e gioca le sue partite casalinghe allo stadio Alberto Braglia. Dopo la bancarotta del 2017, è dovuto ripartire dal calcio dilettantistico, ma i tifosi ricordano ancora le stagioni in serie A, in particolare le ultime, vissute a metà degli anni Duemila. Il grande calcio c’è ancora in provincia di Modena, dagli arcirivali del Sassuolo. I neroverdi tuttavia giocano le loro partite altrove. Allo stadio Mapei di Reggio Emilia. E da alcuni anni sono una delle squadre più interessanti della serie A.
Se il calcio da queste parti è croce e delizia, i modenesi si possono consolare con la grande pallavolo locale. Il Modena Volley è infatti una delle squadre più forti e titolate in Italia e in Europa. Se siete appassionati, andate a vedere una partita nella splendida cornice del PalaPanini, il tempio della pallavolo italiana.
Insomma, Modena ha veramente tantissimo da offrire. I palazzi e i monumenti che ricordano il suo passato nobile, le sue strade piene di osterie e locali dove mangiare e bere le meraviglie della cucina emiliana, le leggende legate alle sue rivalità storiche, e anche lo sport come abbiamo appena detto.
Senza dimenticare il contributo che questa città ha dato alla musica. Uno dei modenesi più famosi nel mondo è stato sicuramente il tenore Luciano Pavarotti, re delle scene dell’opera di mezzo mondo per tanti anni. Ed è modenese anche Vasco Rossi, musicista rock capace con i suoi concerti di riempire di fan entusiasti gli stadi più grandi d’Italia.
Una visita a Modena, insomma, non è solo una passeggiata in uno dei centri storici più belli d’Italia. Una visita al Duomo, alla torre Ghirlandina, al palazzo ducale o al museo Enzo Ferrari non completano l’esperienza di questa città così ricca di spunti, storie, e curiosità. Una quantità di cose incredibile per una città di meno di 200.000 abitanti e che spesso i turisti non conoscono nemmeno, perché fuori dai percorsi tradizionali.
Per vostra fortuna, però, voi non siete turisti occasionali, ma appassionati dell’Italia alla ricerca della sua anima più sincera e profonda. E quest’anima passa sicuramente anche da Modena.
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