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#28 – Perugia, al centro con orgoglio

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 21 agosto 2021.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

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Perugia Salvatore racconta Podcast in italiano per stranieri

 

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Quando pensiamo all’Italia, ci vengono in mente soprattutto posti di mare. Del resto non è strano, l’Italia è una penisola, ha il mare praticamente da ogni lato, per non parlare delle isole. Anche qui, su Salvatore racconta, abbiamo raccontato molte città di mare. Livorno, Palermo, Bari, Trieste, le città della Romagna.

Tuttavia il cuore dell’Italia batte anche lontano dal mare. Lo fa sulle Alpi, come Torino di cui abbiamo parlato un paio di mesi fa, e lo fa lungo gli Appennini. La spina dorsale del bel Paese presenta perle di storia, architettura, cucina e tradizione. Perle che, a volte, passano inosservate. Ma che meritano attenzione.

Soprattutto l’attenzione di chi, come voi, ormai conosce abbastanza bene l’Italia da non avere bisogno di passare ancora per i posti più classici. Come Venezia, Roma, Milano, Assisi.

Proprio Assisi ci porta al posto dove andremo oggi. Questa piccola cittadina infatti è famosa, almeno in Europa, quasi quanto Roma e Venezia. È un luogo importante per le persone religiose che arrivano qui in pellegrinaggio, perché è la città in cui è nato San Francesco.

Non tutti sanno che a pochi chilometri da Assisi c’è la città più importante e più grande della regione.

Una città dove si possono vedere gli strati di 3000 anni di storia. Uno sopra l’altro, o uno accanto all’altro. Una città che dialoga con la natura, ma che è anche fiera della sua architettura. Una città dalla storia orgogliosa e combattiva, fatta di gente che non ha mai amato farsi mettere i piedi in testa. Da nessuno, nemmeno dal Papa in persona.

Una città diventata famosa nell’immaginario dei più golosi. Grazie a un cioccolatino speciale. Una città diventata famosa anche nella geografia del grande jazz internazionale.

Oggi andiamo a Perugia, al centro con orgoglio.

Se la cercate sulla mappa, scoprirete che Perugia è davvero praticamente al centro dell’Italia. Un po’ più a Nord di Roma, un po’ più a sud di Firenze, alla stessa distanza dal mar Tirreno e dal mar Adriatico. È il capoluogo dell’Umbria, la quinta regione più piccola d’Italia. Anche Perugia di per sé è abbastanza piccola, ma proprio per questo estremamente interessante. La maggior parte delle cose successe in questa città sono chiuse nelle poche centinaia di metri del suo centro storico. Attraversandolo a piedi, si può vivere letteralmente dentro la storia di Perugia.

E allora raccontiamola, questa storia.

Dobbiamo cominciare da un periodo antichissimo. Addirittura, prima dell’arrivo dei romani. Forse avrete sentito parlare a degli Etruschi, un popolo antico che ha abitato nell’Italia centrale per molto tempo, fino alla nascita di Roma. Di loro non sappiamo moltissimo, ma l’archeologia ci aiuta a trovare le loro tracce.

Una di queste è Perugia, che proprio gli etruschi hanno fondato in cima a una collina umbra più o meno nel VI secolo avanti Cristo con il nome di Perusia. La posizione è strategicamente molto allettante. Dalla collina è facile vedere i nemici e controllare il territorio. Le mura difensive costruite dagli Etruschi resistono contro vari nemici italici, ma non sono abbastanza quando arrivano in Umbria i soldati romani. Così Perusia entra nell’orbita di Roma e con la nascita dell’impero diventerà Augusta Perusia, una delle città simbolo del potere di Ottaviano Augusto.

Con la lenta decadenza dell’impero romano e l’ingresso nel medioevo, Perugia segue una vicenda simile a quella delle altre città dell’Italia centrale. Conquista una sua forma di autonomia e di indipendenza. Cresce molto a livello culturale e artistico, ma anche economico e finanziario. Una città così fa gola a molti. Prima, alle ricche famiglie locali, che di fatto governano la città, e poi ai grandi poteri esterni.

Alla fine del medioevo e per tutto il Rinascimento, la potenza più influente dell’Italia centrale è lo Stato della Chiesa, il regno del Papa.

A metà del XVI secolo, Perugia si trova a metà del guado. Ovvero, in una situazione intermedia e poco chiara. La famiglia cittadina più importante, quella dei Baglioni, non ha più nessun potere e nessuno realmente influente sembra pronto a prendere il suo posto. Ne approfitta lo Stato della Chiesa, in particolare nella persona di Papa Paolo III che prende tutta l’antica signoria di Perugia sotto il suo controllo.

Il controllo papale significa soprattutto tasse. La più odiosa in particolare è quella sul sale. Fino a poco tempo prima, Perugia comprava il sale dalla vicina Siena. Papa Paolo III però decide che da quel momento i perugini dovranno comprare il sale dello Stato della Chiesa. Che costa il doppio di quello dei senesi.

I perugini non sono certo contenti di questa cosa. Cominciano le proteste, le insurrezioni e in breve tempo si arriva anche alla guerra.

Il popolo di Perugia combatte coraggiosamente, ma le truppe del Papa sono più forti e meglio armate. Distruggono le campagne attorno alla città, raggiungono le mura e la costringono ad arrendersi. L’antica autonomia di Perugia è finita. Ora qui comanda il Papa. Paolo III, per ricordare bene ai perugini chi è che comanda adesso, fa costruire sopra i resti delle case medievali delle antiche famiglie nobili perugine, una fortezza. La rocca Paolina. Un palazzo maestoso che ospita una guarnigione di soldati papali e che diventa il simbolo della dominazione romana su Perugia. I cittadini, ormai sottomessi, si ribellano come possono.

L’esempio più clamoroso di questa protesta silenziosa arriva… dal pane. Pur di non pagare al Papa la tassa sul sale, i perugini cominciano a preparare il pane sciapo, ovvero senza sale. Una tradizione cominciata allora e che dura ancora oggi.

Per i secoli successivi, la città resta dominio del Papa e quindi non ha la crescita economica che aveva nel medioevo. Si arricchisce però di alcuni nuovi palazzi e chiese, soprattutto in stile barocco.

Il 20 giugno del 1859, mentre ormai in tutta la penisola si parla di Italia unita, scoppia una nuova rivolta dei perugini contro Roma. I soldati svizzeri del Papa causano una strage, ma quell’evento segna l’inizio della fine dello Stato della Chiesa a Perugia. Pochi mesi dopo, L’Umbria entra nel regno d’Italia. I cittadini di Perugia, a furor di popolo, distruggono la Rocca paolina di cui oggi resta solo la parte sotterranea, ovvero gli antichi palazzi nobiliari medievali.

Nel ventesimo secolo, la città vive in modo relativamente tranquillo e supera senza particolari danni le due guerre mondiali. Anche grazie a questo, guardare le vedute della Perugia medievale e guardare oggi la città sono due cose in cui notare pochissime differenze.

 

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Cosa visitare a Perugia oggi? Beh, praticamente tutto. Come dicevamo, per buona parte, la storia architettonica della città si è fermata mantenendo la sua struttura medievale, fatta di palazzi in pietra, viuzze strette e anche tante scale, dovute al fatto che la città sorge in collina. Oltre naturalmente alle splendide chiese. Perché nonostante i secoli di dominio papale abbiano creato qui un forte anticlericalismo e una consolidata antipatia nei confronti della Chiesa come istituzione, questa è una terra legata a profondi sentimenti religiosi. Non dobbiamo dimenticare che poco lontano dalla città sono nati San Francesco d’Assisi, Santa Chiara d’Assisi e Santa Rita da Norcia, personaggi molto importanti della storia del cristianesimo.

Un altro santo molto importante è San Costanzo, primo vescovo di Perugia e uno dei tre patroni della città. A lui sono legate due tradizioni. Una è molto antica e riguarda le giovani donne perugine. Quando una di loro arrivava in età da marito, passava sotto la statua del Santo, sulla facciata del Palazzo dei Priori, e aspettava un segno. Se la statua del santo faceva l’occhiolino, allora la ragazza si sarebbe sposata entro l’anno.

Un’altra tradizione legata a San Costanzo invece è tutta da mangiare. È il cosiddetto torcolo di San Costanzo, una ciambella cotta al forno fatta con uvetta, pinoli, canditi e strutto. Molto gustoso, ma di certo non molto leggero!

Visto che abbiamo iniziato con il cibo, non possiamo non parlare della famosa torta al testo. Ancora una volta, come successo con Livorno, non dobbiamo farci confondere dal nome. La torta al testo non è un dolce, ma una specie di focaccia, cotta su una padella di ghisa, e che si può farcire con i vari salumi e formaggi tipici dell’Umbria. In generale i prodotti a base di carne e i primi piatti qui sono molto gustosi, spesso arricchiti da uno dei prodotti più famosi della regione: i tartufi.

Tornando ai dolci, invece, a parte il torcolo, bisogna nominare il cioccolato che a Perugia ha una grandissima tradizione. A partire dall’azienda che si chiama proprio Perugina e il cui prodotto più famoso sono sicuramente i cioccolatini con una nocciola in cima e noti in tutto il mondo come I Baci. Per questa suo legame con il cioccolato, Perugia ospita ogni anno una fiera dolcissima, Eurochocolate, che attira golosi da tutto il mondo.

E se parliamo di vini? Tra i rossi, i perugini consigliano il Sagrantino di Montefalco, adatto per accompagnare carni e formaggi. Un bianco da tavola è invece il Grechetto, noto anche con il nome un po’ macabro di Strozzavolpe, legato a una leggenda che parla di una volpe particolarmente brava a mangiare l’uva di nascosto ma poi finita… strozzata. Povera volpe. Finiamo con la Canaiola, un vino dolce che la domenica e nei giorni di festa può accompagnare il dessert.

Vicino alla chiusura, come da tradizione di Salvatore racconta, una nota calcistica. Il Perugia calcio, che gioca le sue partite casalinghe allo stadio Renato Curi, è ovviamente la squadra cittadina. I suoi colori sociali sono il rosso e il bianco, ma soprattutto il rosso, e il simbolo della squadra è il grifone, che è anche simbolo della città. Il Perugia oggi è in serie B e manca da molti anni dal grande calcio. In passato però è stata una squadra molto importante e, diciamolo, anche un po’ hipster. Sono passati da Perugia per esempio il primo calciatore giapponese arrivato in Italia, Hidetoshi Nakata, e il primo sudcoreano, Ahn Jung-hwan. Per un periodo è stato un giocatore del Perugia anche Saadi Gheddafi, figlio del leader libico Mu’ammar Gheddafi. Inoltre, va data una nota di merito a Paolo Sollier, calciatore del Perugia negli anni Settanta famoso per il suo impegno intellettuale e politico. Ha scritto anche un libro, uscito in una collana di testi di estrema sinistra, ed era famoso perché salutava sempre i suoi tifosi con il pugno chiuso.

Insomma, abbiamo detto veramente tanto di questa città così piccola eppure così ricca. Legata alla pietra dei suoi palazzi storici e alla natura che la circonda. Così religiosa e spirituale come terra di santi e allo stesso tempo così nemica del Papa e della Chiesa. Così tranquilla e allo stesso tempo così ribollente di spirito polemico.

Senza dimenticare una cosa che, da studenti di italiano, è molto importante che sappiate. L’università per stranieri di Perugia organizza e rilascia il certificato CELI, una delle due attestazioni ufficialmente riconosciute per la conoscenza dell’italiano come lingua straniera. Potete unire l’utile e il dilettevole. Andare a Perugia a perfezionare il vostro italiano, e anche a visitare le chiese, i palazzi, la natura intorno. Per mangiare pane senza sale, e ora sapete bene perché è così, gustare formaggi e salumi saporiti, dolci molto ricchi e chi più ne ha più ne metta.

Perugia vi aspetta paziente, come è nella sua natura. Basta solo non farla arrabbiare.

Devo fare un ringraziamento enorme a due miei cari amici. Marta, perugina per nascita, e David, perugino per scelta. Senza i loro consigli e il loro amore per la città in cui vivono, questo episodio non sarebbe mai nato.

 

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