#26 – Lucrezia Borgia, tra mito e realtà
Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 28 agosto 2021.
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Rinascimento.
Quante cose meravigliose evoca questa parola. Arte, scienza, poesia. Diciamo Rinascimento e pensiamo ai monumenti di Firenze, ai quadri di Botticelli, alle invenzioni di Leonardo, ai dipinti e alle sculture di Michelangelo.
Durante il Rinascimento, la cultura europea mostra veramente il meglio di sé. E l’Italia è orgogliosamente al centro di tutto questo.
L’altro lato della medaglia di questo periodo è la politica.
Mentre in Francia c’è il re di Francia, in Inghilterra il re d’Inghilterra e in Spagna il re di Spagna… in Italia un re non esiste. A parole, in teoria, alcuni dicono di volerlo, ma a molti va bene così. Un’Italia divisa, dove ognuno ha il suo pezzetto di potere, il suo pezzetto di ricchezza e il suo pezzetto di influenza.
L’Italia del Rinascimento quindi è fatta di arte, cultura e scienza ma anche di lotte tra famiglie nobili che lottano per il potere.
Negli stessi anni in cui Brunelleschi progetta la cupola di Santa Maria del Fiore e Michelangelo dipinge il Giudizio universale sulle pareti della Cappella Sistina, l’Italia è anche il Paese dove piccoli eserciti combattono in continuazione tra loro, dove cardinali, marchesi, conti e principi si uccidono a vicenda, dove la politica passa dai palazzi, dalle sale da pranzo e dalle camere da letto degli uomini potenti.
In questo contesto, sono due le cose importanti per chi ha l’ambizione di fare politica in Italia. La prima è venire da una famiglia influente. L’altra è la capacità di usare la propria posizione per cambiare le cose. Possibilmente, a proprio favore.
Succede soprattutto nei palazzi romani. Tra tutti i piccoli stati che si dividono l’Italia, quello con la capitale a Roma è il più strano di tutti. Perché è lo Stato della Chiesa, e l’uomo che lo governa è il Papa.
Dalle altre parti, duchi, principi e marchesi sono figli di altrettanti duchi, principi e marchesi. A Roma no. Il Papa viene scelto con un’elezione. E non può avere eredi, perché non può avere figli.
In teoria almeno. Perché poi i Papi del Rinascimento figli ne hanno. E anche figlie. Figure destinate a influire sui destini delle proprie famiglie e anche sulla storia di tutta Europa.
Oggi parliamo di una di loro. Una nobile donna italiana di origini spagnole. Nata figlia di un cardinale che poi è diventato Papa. Diventata famosa nella cultura popolare come una donna cinica e crudele. Probabilmente la conoscete già. Anche se quasi tutto quello che sapete di lei non è vero.
Parliamo di Lucrezia Borgia, tra mito e realtà.
Avete letto il dramma Lucrezia Borgia di Victor Hugo? O forse avete visto la serie canadese I Borgia? Se la risposta è sì, preparatevi a cancellare praticamente tutto e ricominciare da capo.
Partiamo come sempre da un po’ di storia.
Lucrezia Borgia nasce nel 1480, nelle campagne vicino a Roma. È la figlia di un importante cardinale di origini spagnole, Rodrigo Borgia, e della sua amante e concubina Vannozza Cattanei. L’idea di un cardinale con una concubina e dei figli oggi suona assurda e scandalosa, ma nel Rinascimento a certi livelli era la normalità. La famiglia era il mezzo più potente per fare politica. Nessuno poteva rinunciare. Nemmeno il Papa. Soprattutto il Papa.
Rodrigo Borgia lo sa bene, e da subito organizza matrimoni per sua figlia Lucrezia. All’inizio sceglie come candidati due nobili spagnoli come lui. In quel momento sono ottimi partiti. Solo che la posta in gioco sta per cambiare. Nel giro di poco tempo Rodrigo Borgia, da cardinale, diventa Papa con il nome di Alessandro VI.
Lucrezia a quel punto è la figlia del Papa. Non può sposare un nobile spagnolo qualsiasi. Alessandro VI combina un matrimonio in Italia, con Giovanni Sforza signore di Pesaro. Lucrezia all’epoca ha solo 12 anni.
Suo padre Rodrigo Borgia, ormai Papa Alessandro VI, ha bisogno di alleati in Italia. Politici e anche militari. L’Italia è debole e divisa, i re di Spagna e di Francia sono pronti ad approfittarne.
Intanto il matrimonio tra Lucrezia e Giovanni Sforza non è simile a come lo immaginiamo. Lucrezia è ancora troppo giovane per dare dei figli al marito e poi i due si incontrano raramente: Lucrezia continua a crescere nei palazzi romani e all’ombra del padre mentre il marito svolge i suoi affari a Pesaro.
A cambiare le cose arriva la politica. Per motivi strategici e dinastici complicati da spiegare, il re di Francia invade l’Italia e il Papa organizza un’alleanza anti-francese di cui in teoria fa parte anche Giovanni Sforza, marito di Lucrezia e quindi suo genero.
Sforza però si comporta in modo ambiguo, non è sicuro che stare dalla parte del Papa suo suocero sia conveniente. In poche parole, non vuole obbedire ai suoi ordini. E allora il Papa si vendica. Chiede e ottiene l’annullamento tra Giovanni Sforza e sua figlia Lucrezia. Il matrimonio, dice, non è stato consumato. Lucrezia è vergine e Giovanni è impotente.
Non sappiamo cosa abbia pensato di tutto questo Lucrezia. Di sicuro qui iniziano le prime leggende sulla sua figura. Giovanni Sforza, il suo ormai ex marito, è furioso. Per vendetta, fa girare la voce che Lucrezia abbia rapporti sessuali con suo padre il Papa e con suo fratello Cesare Borgia. Incesto. Un’accusa molto grave.
Nel frattempo i Borgia non stanno con le mani in mano e continuano la loro politica. Lucrezia vive a palazzo un po’ isolata, deve resistere con pazienza alle storie che si raccontano su di lei. A Roma gira la voce che abbia avuto una relazione con un servitore e che lo abbia fatto uccidere per coprire lo scandalo.
Nel frattempo, suo padre il Papa le organizza un secondo matrimonio. Il futuro sposo è il nobile spagnolo Alfonso d’Aragona.
Finora abbiamo parlato di Lucrezia Borgia quasi solo attraverso gli uomini della sua vita. Il padre, il fratello, i mariti. In questa parte della storia, Lucrezia è ancora molto giovane. E soprattutto, è una donna. Lucrezia non poteva cercare un ruolo di primo piano. Non poteva avere potere ufficiale nelle proprie mani, e ovviamente non poteva diventare Papa… o Papessa. Poteva fare quello che le donne potenti riuscivano a fare. Influenzare la politica attorno a sé. E in questa fase lei comincia a farlo.
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In questo periodo di crescita, Lucrezia impara a parlare bene oltre all’italiano anche lo spagnolo, il francese e il latino, cosa non molto comune tra le donne. Oltre a imparare le lingue, impara a dire le cose giuste nei momenti giusti.
La sua capacità diplomatica all’inizio non è sufficiente. La politica della famiglia Borgia cambia a sfavore di Lucrezia. Lei ha sposato un principe spagnolo, ma suo padre Alessandro VI trova per suo figlio Cesare una moglie francese. Questa mossa non piace ad Alfonso, il marito spagnolo di Lucrezia, che scappa da Roma e lascia la moglie incinta.
È evidente una cosa. Le ambizioni politiche di Alfonso e quelle di Cesare Borgia contrastano. Qui viene fuori il lato ambizioso e calcolatore di Cesare che, quando ha l’occasione, non ci pensa due volte e fa uccidere il suo nemico politico e marito di sua sorella. Lucrezia dunque resta vedova, sola nei giochi di potere di suo padre e di suo fratello.
Ormai donna matura, passata da un matrimonio annullato e da un marito ucciso, Lucrezia capisce che potrà avere il suo spazio solo lontana da Roma. La gloria della famiglia Borgia per lei è tutto, ma deve pensare anche a sé stessa e non solo alle ambizioni degli uomini della sua casata. Negozia e ottiene un matrimonio lontano da Roma. Sposerà Alfonso d’Este, futuro duca di Ferrara. È una vittoria per lei, ma anche per le ambizioni di suo fratello Cesare che cerca alleati prestigiosi e potenti per la sua carriera politica.
A Ferrara comincia una fase completamente nuova per la vita di Lucrezia. Lontana da Roma e dai Borgia, da un lato si sente isolata, dall’altro inizia a usare bene le armi della sua influenza. Alla corte di Ferrara aumenta il suo prestigio, ha rapporti personali –e probabilmente anche amorosi- con alcuni dei grandi intellettuali del tempo, come Pietro Bembo. Suo fratello Cesare intanto combatte guerre in tutta Italia, vince battaglie su battaglie, praticamente da solo cambia gli equilibri politici nella penisola diventando sempre più famoso e potente. Le cose sono destinate a cambiare improvvisamente, però, con la morte di loro padre Papa Alessandro VI.
La morte di Alessandro VI significa un altro Papa a Roma.
È Giulio II, il futuro mecenate di Michelangelo, e grande nemico dei Borgia. Giulio II usa la guerra e la politica contro Cesare Borgia e alla fine vince. Lo cattura e lo porta prigioniero a Roma.
Lucrezia è sempre più sola, ha il suo destino solo nelle proprie mani, ma ormai è una donna adulta ed esperta. Vede la fortuna dei Borgia cadere pezzo dopo pezzo, ma resiste.
Quando suo marito Alfonso è lontano da Ferrara, lei gestisce il potere nel ducato e cerca di controllare gli scandali, i delitti e i colpi di scena che succedono alla corte. E ne succedono davvero molti.
Soprattutto dopo la morte di suo fratello Cesare Borgia, l’Italia è un continuo campo di battaglia tra francesi, spagnoli, veneziani e signori locali. Con il Papa Giulio II che cerca un equilibrio a suo favore, sempre molto difficile.
Lucrezia, al centro di tutto questo, mantiene buone relazioni –per alcuni fin troppo buone- con il cognato Francesco Gonzaga e prova a influenzare le sorti della guerra. Sono anni duri, nei quali Lucrezia teme per la vita di suo marito, dei suoi figli e la sua stessa. Per resistere serve avere polso e capire da che parte tira il vento. Ci sono complotti e assassinii politici praticamente ogni giorno, vengono bruciate le lettere, nessuno parla mai apertamente. Un po’ di pace arriva infine con la morte di Giulio II e la fine delle sue guerre.
Da questa fase, Lucrezia Borgia esce esausta e desiderosa di trovare una nuova pace. Che purtroppo per lei dura poco. Negli anni ha avuto tanti figli e tanti aborti. Il suo corpo è molto indebolito. A soli 39 anni, muore.
Questa è la storia vera di Lucrezia Borgia ripulita da tutte le leggende. La sua è stata una vita all’ombra degli uomini, come succedeva normalmente per le donne della sua epoca. Ha provato a essere assertiva e decisa, prendendo il controllo della sua vita. In modo moderno, forse ancora troppo moderno per l’epoca, e questo probabilmente ha contribuito ai pettegolezzi che la riguardavano. Sono certamente vere le cose che conosciamo di Roma e dell’Italia in quel periodo storico. Nei palazzi di cardinali e papi c’erano omicidi, avvelenamenti, feste e persino orge. I Papi avevano concubine e figli, comandavano eserciti e combattevano guerre. In un mondo in cui tutti lavoravano per il proprio interesse, organizzavano complotti e alleanze, perché Lucrezia Borgia avrebbe dovuto fare qualcosa di diverso? Solo perché era una donna?
La sua unica colpa, se così la possiamo chiamare, è stata quella di cercare il suo posto nel mondo in cui era nata e cresciuta. Da figlia di un Papa e sorella di un grande condottiero, Lucrezia ha usato il suo nome e la sua abilità diplomatica per ottenere per sé e per la sua famiglia il massimo che poteva. Da autentica donna del Rinascimento, e forse un po’ di più. Possiamo insomma dire che Lucrezia Borgia non è stata una cinica assassina, incestuosa e assetata di potere. Ha provato come ha potuto a determinare la sua vita. Una donna molto più moderna di tutti gli uomini attorno a lei.
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