#16 – La Romagna, tra arte, motori, musica e vacanze
Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 19 giugno 2021.
Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.
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C’è qualche appassionato di cinema tra gli ascoltatori di Salvatore racconta?
Sicuramente sì.
E quando una persona che ama il cinema è anche una persona che studia italiano, solitamente le due strade si incrociano su un nome e un cognome precisi: Federico Fellini.
E quindi oggi partiamo da lui. In particolare, da Amarcord. Lo avete visto?
È l’Italia degli anni ’30, in particolare un gruppo di persone che una sera si prepara con emozione a una festa di piazza. La festa più bella. Quella che dice addio all’inverno e dà il benvenuto alla primavera.
La piazza della festa è quella di Rimini. La città natale di Fellini. E lo spirito delle persone attorno, il loro dialetto, il particolare senso dell’umorismo sono elementi che tutti gli italiani associano a Rimini. E non solo a Rimini, ma a tutta la regione attorno. Ovvero alla Romagna.
Fermi tutti. Ho detto Romagna e ho detto regione. Ma non la troverete su una cartina. Al massimo, troverete l’Emilia Romagna.
Ma una cosa è l’Emilia Romagna come regione amministrativa. Altra cosa sono l’Emilia e la Romagna come regioni storiche, con le loro differenze culturali, linguistiche e anche culinarie.
La Romagna ha una sua tradizione precisa, per motivi storici, geografici e politici di cui vi parlerò. Ha un’identità forte e molto riconoscibile. Soprattutto, non ha una città molto più importante delle altre. Lo spirito romagnolo passa da Ravenna a Imola, da Riccione a Forlì, e così via.
È uno spirito fatto di un rapporto molto stretto con il mare, con le macchine veloci, con la cucina e anche con l’arte. Uno spirito dove l’alto e il basso si mischiano sempre e senza paura. Dove fianco a fianco convivono l’amore per l’arte bizantina e quello per le canzoni leggere suonate alla fisarmonica.
Tutto questo è la Romagna, e oggi proviamo a raccontarla.
Partiamo … dalla geografia. Eh sì, perché abbiamo nominato alcune città, ma è importante collocarle bene. Come dicevamo, la Romagna è una regione storica, non amministrativa. Non esistono confini chiari.
Diciamo, in modo semplice, che la Romagna occupa la parte orientale della regione Emilia Romagna. È Romagna tutta la costa con le grandi città di Ravenna. Sono Romagna anche alcune città più vicine a Bologna, come per esempio Imola. La stessa Bologna è invece considerata Emilia, anche se al limite.
La Romagna è anche un concetto storico. Che risale all’inizio del medioevo. E quindi ora sì, facciamo un po’ di storia.
475 dopo Cristo. Un anno importante per la storia del mondo. Forse ve lo ricordate dai tempi della scuola. In quell’anno, più o meno, finisce la storia millenaria dell’impero romano d’occidente. Il re barbaro Odoacre arriva nella capitale dell’impero e depone l’ultimo imperatore: Romolo Augustolo.
La capitale dell’impero. Roma, ovviamente. E invece no. Da qualche tempo la capitale è Ravenna, nella nostra Romagna, anche se ancora non si chiama così.
La scelta di Ravenna come capitale è strategica. Attorno alla città ci sono le paludi e dietro c’è il mare. È una città difficile da attaccare e conquistare.
Facciamo un salto avanti di un paio di secoli. L’impero romano d’occidente non esiste più, e in Italia governano i barbari. Nel mondo c’è anche un altro impero romano, però, quello d’oriente. Quello che poi abbiamo iniziato a chiamare bizantino. Ai bizantini, che si considerano a tutti gli effetti romani, dà fastidio che Roma e l’Italia siano in mano ai barbari. E quindi provano a riconquistarle.
Prendono le navi da Costantinopoli e arrivano in Italia. Sull’adriatico, naturalmente, e in particolare a Ravenna. Così conquistano l’Italia, anche se con tanta fatica. Ma la pace dura poco.
Da nord, da oltre le Alpi, arrivano altri barbari. I longobardi. Sono molto forti e decisi, e conquistano mezza Italia. Tranne alcune zone dove i bizantini sono ancora molto forti. Dove? Ovviamente, intorno a Ravenna.
Così, nell’Italia quasi tutta longobarda, quella zona dove governano i romani comincia a prendere il nome di Romania e quindi poi Romagna.
La storia della regione continua a essere peculiare. Per tutto il resto del medioevo e dell’età moderna diventa dominio del Papa. Parte integrante dello Stato della Chiesa.
Fino al 1861, naturalmente, quando nasce l’Italia unita e la Romagna ne fa pienamente parte.
Oggi la Romagna è legata amministrativamente all’Emilia. È così dalla fine della guerra, da quando esiste la repubblica. Ma è una regione che ha creato la sua identità per secoli, in modo separato. Ha un altro dialetto, altre tradizioni, e un’identità collettiva abbastanza diversa.
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Intanto per il dialetto. Come sicuramente sapete, in Italia i dialetti sono tantissimi. Se avete un orecchio abbastanza allenato, siete già in grado di riconoscere la cadenza che separa un torinese da un palermitano o un veneziano da un romano. Le differenze dialettali e di inflessione tra Emilia e Romagna sono più sottili, ma comunque abbastanza evidenti. Possiamo dire che l’emiliano è più rotondo e compassato, mentre il romagnolo è sibilante e veloce.
Anche nella cucina ci sono alcune differenze. L’Emilia-Romagna è la patria della pasta, in particolare della pasta all’uovo. Arrivano da qui ad esempio tortellini e tagliatelle. Che però sono cose tipicamente emiliane più che romagnole. In Romagna non si usa nemmeno tanto la parola pasta. Quando i romagnoli parlano dei primi dicono sempre “mnestra”, ovvero minestra, zuppa. Che può essere asciutta, o in brodo. I due tipi di pasta più popolari in Romagna sono probabilmente i Cappelletti, molto simili ai tortellini, e i passatelli. Ovvero una sorta di spaghetti molto spessi fatti di uovo, parmigiano e pan grattato. Si mangiano esclusivamente in brodo. Che può essere un brodo di carne, o anche di pesce se siete vicino alla costa.
Una nota d’onore va data alla pasta chiamata strozzapreti, in particolare per il nome. Vista la sua storia di dominazione del Papa, la Romagna ha sviluppato nei secoli uno spirito anticlericale abbastanza forte. I preti, che sono le persone che dicono la Messa e si occupano della Chiesa, in particolare erano famosi perché giravano per i paesi e bussavano alle porte delle case, sperando di essere invitati a pranzo e quindi di mangiare a sbafo, ovvero gratis. Per questo, l’invenzione di un formato di pasta un po’ strano, quasi difficile da inghiottire. Con cui è facile rimanere strozzati, ovvero con il cibo incastrato in gola che toglie il respiro. Un modo per dire: caro prete, se vuoi venire a pranzo a sbafo, sei il benvenuto. Però stai attento…
Sempre in cucina, la Romagna è terra di formaggi molto famosi e apprezzati. Come il formaggio di fossa, prodotto dal latte di pecora e fatto riposare dentro dei buchi scavati nella roccia. Ha un sapore particolarmente intenso, quindi se vi piacciono i formaggi delicati statene lontani. In quel caso è molto meglio provare lo squacquerone. Ha un nome abbastanza onomatopeico, no? La sola parola squacquerone fa pensare a qualcosa di morbido e un po’ umido e in effetti si tratta di un formaggio bianco che si può spalmare. E si spalma soprattutto dentro la piadina, il più famoso prodotto di street food romagnolo.
Sapete cos’è la piadina? È una focaccia sottile, cotta sulla pietra, e somiglia un po’ alla tortilla messicana. In Romagna mangiare la piadina è un autentico rito sociale. Dentro ci possono essere molte cose. Verdure, salumi e formaggi, soprattutto lo squacquerone.
Cosa si beve in Romagna? Soprattutto il Sangiovese, un vino rosso secco dal sapore intenso, ottimo per accompagnare un piatto di cappelletti per esempio. Se preferite il bianco, invece, potete assaggiare un bicchiere –o qualche bicchiere- di un vino dal nome molto particolare: Pagadebit. Si chiama così scherzosamente perché le uve con cui è fatto sono particolarmente resistenti e, anche in annate climaticamente brutte, permettono di produrre una buona quantità di vino e quindi almeno di pagare i debiti.
Gli elementi culturali tipicamente romagnoli sono tanti ed è difficile elencarli tutti. Di sicuro c’è l’eredità artistica di Ravenna che ospita tante chiese e palazzi di stile bizantino e romanico ma anche un monumento molto particolare: la tomba di Dante, che è morto proprio qui dopo essere stato esiliato dalla sua Firenze.
Se invece andate a Rimini potrete scoprire non solo la sua anima vacanziera fatta di spiagge, locali, discoteche e divertimento, ma anche le strade e le piazze della città vecchia. Se siete fan di Fellini in particolare, non potete farne a meno.
La Romagna però è anche terra di motori. A dire il vero, tutti i grandi produttori di automobili, Ferrari, Lamborghini, Maserati vengono tutti dall’Emilia. Alla Romagna però appartiene una grande passione per le moto. A Misano, vicino a Rimini, c’è uno dei circuiti più famosi della MotoGP e molti dei grandi motociclisti italiani vengono dalla Romagna, con l’eccezione di Valentino Rossi, nato a Pesaro, nelle Marche. Anche se è una zona che per tradizione e accento, è molto vicina alla Romagna.
Che abbiamo detto? Arte bizantina, vacanze, Fellini, motori… Ah sì, la musica!
In generale si dice che i romagnoli amino tantissimo ballare. Forse non tutti, naturalmente, ma è vero che una tradizione esiste. Soprattutto quella del ballo liscio, un tipo di ballo fatto su base di melodie semplici come la mazurka o la polka, soprattutto suonate alla fisarmonica. Andare in balera e ballare il liscio è un’autentica esperienza romagnola, da provare. E se siete troppo timidi, bevete prima qualche bicchiere di sangiovese e vedrete che andrà meglio.
È il momento della parentesi calcio. Non è un periodo storico molto positivo per le squadre romagnole, tutte al momento tra la serie C, come l’Imolese, e la serie D dove ci sono il Ravenna e il Rimini per esempio. La squadra che per alcuni anni ha rappresentato la Romagna ai massimi livelli del calcio italiano è stato il Cesena, che gioca allo stadio Manuzzi di Cesena e indossa maglie bianconere. È stato per qualche anno in serie A tra il 2010 e il 2015, ma è andato in bancarotta nel 2018 e ha dovuto ricominciare dalla serie D.
Come vedete, la Romagna è una regione molto variegata. Anche se ha tanti elementi comuni, è composta comunque da città e paesi dalla storia diversa. C’è una Romagna di collina e una Romagna costiera. Ci sono città dalla vocazione vacanziera e legata al divertimento come Rimini, Riccione o Cattolica e altre più legate all’industria e all’agricoltura come Imola o Cesena.
In comune c’è lo spirito romagnolo, quello che Fellini ha catturato nei suoi film anche se a tratti un po’ stereotipato. Il grande senso dell’umorismo e l’amore per gli scherzi un po’ pesanti, la grande passionalità, l’amore per il ballo e per le risate. La grande cordialità e la voglia di stare insieme, bere vino, mangiare salame e formaggio.
Dagli anni di Amarcord è passato molto tempo. La vita privata e sociale dei romagnoli è cambiata molto da allora, ma probabilmente lo spirito è rimasto e le persone ne sono orgogliose.
La Romagna è ancora un posto perfetto se vi piace l’idea di fare una lunga vacanza al mare piena di grandi feste in spiaggia e divertimento. Tuttavia non è solo questo. È anche un posto tranquillo e gioviale dove passeggiare, assaggiare il cibo locale, chiacchierare con le persone del luogo e scoprire arte, musica e cultura di un pezzo di Italia unico nel suo genere. E fiero di esserlo.
Devo fare un ringraziamento anche questa volta a un amico che mi ha aiutato a raccontare una terra che non è la mia. Quindi grazie a Lorenzo, bolognese, e quindi emiliano, ma con il cuore e la famiglia romagnoli a metà. Molte idee di questa puntata arrivano da lui. Gli errori, come sempre, sono solo miei.
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