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#15 – Topolino e il fumetto Disney in Italia!

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 12 giugno 2021.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

Per ascoltarlo, clicca qui.

Topolino fumetto Disney Salvatore racconta podcast italiano per stranieri

 

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Sapete cosa significa ‘satollo’? È un modo per dire: molto sazio, di una persona che ha mangiato abbastanza e forse pure un po’ troppo.

Invece “menagramo”? È una persona un po’ negativa e che porta sfortuna.

Ok, l’ultima.

Che significa: “spilorcio”? È un sinonimo di “tirchio”, o “avaro”, ovvero una persona che decisamente non ama spendere soldi.

Perché vi sto dicendo queste parole? Perché sono parole di un registro linguistico abbastanza raffinato, eppure molti italiani le hanno imparate da bambini, leggendo le loro storie preferite su uno dei giornali più antichi d’Italia.

Non sto parlando del Corriere della sera né di altri quotidiani, ma di una rivista. E in particolare di una rivista a fumetti. Arrivata ormai a oltre 3000 numeri e che esce quasi ininterrottamente da più di 70 anni- Questa rivista è Topolino.

Forse lo sapete già, o forse no, ma Topolino è il nome italiano del più famoso personaggio uscito dalla mente geniale di Walt Disney, ovvero Mickey Mouse. E in fondo chi è Mickey Mouse? Un piccolo topo, un Topolino insomma.

All’inizio Walt Disney lo ha disegnato come protagonista di cortometraggi animati, e poi è diventato anche il protagonista di strisce a fumetti.  Sapete cosa sono i fumetti, vero? Sono quelle storie fatte di disegni e parole. In particolare, le parole pronunciate dai protagonisti sono scritte dentro delle nuvole, che sembrano fatte di fumo. E quindi fumetti.

I fumetti Disney in Italia esistono da tantissimo tempo. Da prima della seconda guerra mondiale.

Nel frattempo sono cambiate molte cose, ma una è rimasta abbastanza simile a come era alle origini. Ed è proprio Topolino. Non il personaggio, lui è cambiato, ma la rivista che porta il suo nome. Che ha visto uscire il suo numero 1 nel 1949 ed esce ancora oggi, ogni mercoledì. Mentre registriamo questo episodio, potete trovare in edicola il numero 3420.

Settant’anni di storia, più di 3000 numeri usciti. È chiaro che non stiamo parlando di una storia di secondo piano. Come vedremo, Topolino, e i fumetti Disney in generale, hanno costruito e costruiscono un pezzo importante di cultura italiana. Vediamo come.

Partiamo come sempre da un po’ di storia. Per cominciare, ci servono due nomi di personaggi che arrivano da lontano.

Uno lo abbiamo nominato prima, è Walt Disney. L’altro si chiama Carl Barks, disegnatore e poi anche sceneggiatore di casa Disney che ha sviluppato il personaggio di quello che in italiano si chiama Paperino, ovvero Donald Duck. Ma non solo: Barks ha inventato di sana pianta tutto il resto del mondo dei paperi. A partire dal ricchissimo Paperon De’ Paperoni, chiamato affettuosamente Zio Paperone. E poi i nipotini di Paperino, i tre gemelli Qui, Quo e Qua.

Negli anni, Walt Disney Company ha creato centinaia di personaggi che hanno ispirato film, serie e tanti altri prodotti. Nel mondo dei fumetti però, sono rimasti soprattutto quelli tradizionali. Da una parte, il mondo di Topolino, dall’altra quella di Paperino.

I primi fumetti Disney che arrivano in Italia sono soprattutto strisce brevi. Ovvero storie fatte di quattro o cinque disegni che raccontano una storia semplice e divertente. Sono strisce scritte e disegnate negli Stati Uniti, che poi vengono tradotte in italiano per pubblicarle sulle pagine riservate ai bambini di alcuni quotidiani nazionali.

Presto Topolino diventa così popolare, e le sue storie a fumetti sono così tante, che un piccolo editore fiorentino ha un’idea: fare un giornale tutto di fumetti Walt Disney. L’editore si chiama Giuseppe Nerbini e nel 1932 nasce il giornale Topolino. Ha proprio il formato di un giornale, anche se con poche pagine, e ci sono le strisce americane con le vignette tradotte in italiano e i disegni a volte ricalcati a mano da disegnatori italiani

Una piccola curiosità: il giornale di Nerbini esce a dicembre del ’32, mentre il primo giornale americano di fumetti Disney arriva solo nel 1933. Possiamo dire quindi che la prima pubblicazione interamente dedicata ai fumetti Disney nel mondo è italiana. Niente male, no?

Quella di Nerbini è una storia che dura poco. Lui è un piccolo editore, mentre altri più grandi capiscono il potenziale di un prodotto così popolare. Scende in campo Mondadori, ancora oggi uno dei più importanti marchi editoriali italiani, e ottiene i diritti per pubblicare i fumetti Disney in Italia.

Va ancora avanti con la forma giornale per tanti anni. In parte, anche durante la guerra, fino a quando le cose non si fanno terribilmente serie anche sul territorio italiano. Fino al 1949, con qualche pausa, Topolino viene pubblicato in forma di giornale e nel frattempo cresce un po’, ospitando anche le prime storie più lunghe. Appare anche un nuovo personaggio, quello che sarà per sempre la spalla e il migliore amico di Topolino. Gli americani lo chiamano Goofy, per gli italiani sarà: Pippo.

Dal 1949 cambia tutto. Le vendite del giornale, nell’Italia del dopoguerra, vanno male. Mondadori decide di cambiare strada. La casa editrice ha una macchina di stampa complicata e costosa, usata fino a quel momento per stampare solo una rivista. Allora decidono di usarla anche per Topolino. Che così si trasforma in un libretto dal formato pratico e leggero. Praticamente uguale a quello di oggi. Il numero 1 di Topolino esce nell’aprile del 1949, all’epoca è previsto come mensile, e costa 60 lire. Con l’inflazione e il cambio di oggi, poco più di un euro.

Circa cento pagine di storie a fumetti Walt Disney, comprate e tradotte dall’inglese da sceneggiatori e disegnatori italiani. A volte l’adattamento è semplice, altre volte è più complicato. Soprattutto quando le storie diventano più lunghe e strutturate, vengono fuori le differenze sociali tra gli Stati Uniti e l’Italia, soprattutto nel dopoguerra. I lettori italiani si trovano davanti storie di personaggi che pagano in dollari, mangiano hamburger e ascoltano la musica al juke-box. Personaggi che abitano in villette con il giardino e che cambiano lavoro in continuazione. Tutte cose che in Italia sono esotiche e quasi inimmaginabili.

Per risolvere questo problema, l’editore Mondadori ha un’idea. Decide di fare scrivere le storie di Topolino in italiano a sceneggiatori italiani. Il primo di loro è il vero e proprio padre del fumetto Disney in Italia. Si chiama Guido Martina.

 

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Martina comincia a scrivere sceneggiature per i fumetti Disney che sono fedeli ai modelli americani, ma allo stesso tempo con uno stile e riferimenti culturali più vicini a quelli italiani. Inoltre, scrive delle vere e proprie piccole opere d’arte iniziando una grande serie di parodie letterarie. Ovvero storie prese da grandi libri dove, al posto dei veri protagonisti, ci sono personaggi Disney. L’esempio più famoso e più apprezzato è la storia L’inferno di Topolino, dove il nostro Mickey Mouse italiano si trasforma in Dante Alighieri.

Guido Martina insomma rende più vicini alla realtà italiana i grandi personaggi Disney. Non si limita a questo, però. Inventa anche personaggi completamente nuovi. Il più famoso e importante di tutti è Paperinik.

Se vi ricordate, abbiamo detto all’inizio che il nome italiano di Donald Duck è Paperino. Bene, Paperino è un personaggio pigro, molto sfortunato e un po’ pasticcione. Guido Martina ha creato per lui un alter ego completamente diverso. La notte, e in gran segreto, Paperino indossa una maschera nera e un lungo mantello e si trasforma in Paperinik, una specie di Batman che cattura i ladri e i cattivi.

Sono anche molti altri i personaggi inventati di sana pianta in Italia da Guido Martina e dagli altri sceneggiatori italiani Disney che sono venuti dopo di lui. E che hanno creato una vera e propria scuola del fumetto Disney diventata famosa nel mondo.

Quali sono però in generale i personaggi che potrete incontrare nei fumetti di TOPOLINO? E quali sono le loro caratteristiche particolari? Facciamo un breve tuffo in questo mondo, per capire bene.

Intanto, come dicevamo, ci sono due mondi quasi sempre separati. Topolino vive in una città che si chiama… Topolinia. Mentre Paperino e gli altri paperi a… Paperopoli.

A Topolinia, Topolino vive da solo in una villetta, ha una fidanzata che si chiama Minnie e a volte si occupa di due nipotini: Tip e Tap. Non ha un vero e proprio lavoro, e capire come si guadagni da vivere è un piccolo mistero Disney! Però ha la passione e il talento del detective. Collabora spesso con la polizia di Topolinia, e in particolare con il commissario Basettoni, per catturare i ladri. In particolare, il suo nemico numero 1 è un gatto grosso e violento: Pietro Gambadilegno. Come dicevamo, Topolino è spesso in compagnia del suo amico Pippo. Un personaggio ingenuo, molto distratto e che spesso non sembra particolarmente intelligente. Però è anche molto fedele e sincero. Un vero amico.

A Paperopoli, vive invece Paperino. Anche lui abita in una villetta con i suoi tre nipoti Qui, Quo e Qua. Paperino non ha un lavoro fisso, come Topolino, ma a differenza del suo amico topo, lui è sempre senza soldi e pieno di debiti. Anche se suo zio Paperone è un multimiliardario, la cosa non lo aiuta per niente. Perché Paperone è molto tirchio, ovvero è attaccato ai suoi soldi, e li tiene tutti in contanti dentro un gigantesco edificio, il deposito. Come Topolino, anche Paperino ha un’eterna fidanzata: Paperina. Nella loro vita di coppia, tuttavia, ci sono alti e bassi. Lei ogni tanto lo lascia e preferisce la compagnia di Gastone, un cugino di Paperino famoso per la sua incredibile fortuna. Paperino ha anche un altro cugino: un tipo bizzarro ed eccentrico, che spesso combina guai, e che si chiama Paperoga.

Ci sono anche molti altri personaggi, che appaiono nelle storie più o meno frequentemente, e hanno sempre tratti relativamente simili. Ovviamente ogni sceneggiatore e ogni disegnatore aggiungono qualcosa di personale, ma sempre fedeli a un’idea generale dei personaggi. E ad alcune regole non scritte del mondo Disney. Ad esempio: non ci sono quasi mai figli, ma solo nipoti. Raramente ci sono armi. Non si usano mai parole volgari. Non si parla mai della morte, o eventualmente solo in modo molto molto delicato.

Questo succede ovviamente anche perché i fumetti di Topolino sono dedicati a un pubblico di bambini e ragazzi. Il successo dei fumetti Disney però sta anche nel fatto che parlano ai bambini trattandoli come adulti e usando un linguaggio ricco e mai banale. Come le parole che vi dicevo all’inizio.

Inoltre, l’universo dei personaggi Disney è diventato così grande e variegato che ha permesso anche degli esperimenti molto interessanti. Per esempio, alcuni autori hanno creato delle serie di fumetti dai toni cupi e un po’ malinconici, simili ai grandi fumetti americani, in particolare quelli di DC Comics. In una di queste serie, chiamata PK, ritroviamo Paperinik, l’alter ego eroe di Paperino. Qui però ha a che fare con guerre aliene, drammi personali e affronta temi normalmente tabù per la Disney. Come la morte e il dolore. Allo stesso modo funziona la serie Mickey Mouse Mistery Magazine, dove Topolino lascia Topolinia per qualche tempo e finisce a vivere in un’altra città e a occuparsi di crimini misteriosi. I toni del testo e i colori del disegno sono lontani dal classico Topolino, e ricordano le atmosfere di cose come True Detective.

Insomma, i fumetti Disney in Italia sono letteralmente un piccolo universo simbolico destinato ai bambini, ma anche a quelli che non sono più bambini da qualche tempo. Hanno creato, e creano, conoscenza e apertura verso il mondo.

A volte, persone che non conoscono bene i fumetti Disney, provano a sminuire il discorso di qualcun altro chiedendogli: “Ma dove l’hai letto, su Topolino?”. Beh, sappiate che avere letto qualcosa su Topolino in realtà è davvero un motivo per essere orgogliosi.

 

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