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101 – Roma e Lazio. Storia e simboli del derby della capitale

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 26 febbraio 2023.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

Per ascoltarlo, clicca qui.

Roma e Lazio, storia e simboli del derby della capitale. Salvatore racconta Podcast in italiano per stranieri

 

Vivere a Roma è un’esperienza mistica.

Una cosa è visitare la città per qualche giorno, ammirarne i monumenti e passeggiare per il centro. Un’altra è decidere di abitarci. Fare i conti con la sua complessità e fare delle scelte.

La scelta di dove vivere, per esempio. In un appartamento più piccolo ma vicino alla metro, oppure in periferia in una bella casetta tranquilla, ma con l’obbligo di mettersi in macchina ogni santo giorno.

Poi bisogna scegliere il bar in cui fare colazione. Una scelta delicata, perché da come cominci la giornata può dipendere la qualità del tuo umore per le ore successive.

Bisogna scegliere se fare amicizia soprattutto con i locali, gli autentici romani de Roma, o creare una specie di alleanza con gli altri fuorisede che vivono in città.

Bisogna scegliere se ci piace di più la pizza rossa croccante o invece la pizza bianca un po’ più soffice e ripiena di mortadella.

E soprattutto, bisogna scegliere da che parte stare nella disputa che più di tutte divide i romani e le romane.

Quali colori stanno meglio assieme? Il bianco e l’azzurro o il giallo e il rosso?

Quale animale è più bello e nobile? L’aquila imperiale o la lupa romana?

Non sono domande così strane come potrebbero sembrare.

Questi colori e animali sono i simboli delle due squadre di calcio di Roma, la Società Sportiva Lazio e l’Associazione Sportiva Roma. Più semplicemente, la Lazio e la Roma.

E se per caso stai pensando che: ah, ma a me il calcio non interessa.

Non importa.

A Roma bisogna comunque esprimere un’opinione, scegliere da che parte stare. Anche solo a simpatia, istintivamente, bisogna decidere. Anche se l’unica cosa che sapete del calcio è che si gioca con un pallone rotondo, dovete scegliere.

Roma o Lazio? Lazio o Roma?

I più coraggiosi e le più coraggiose possono fare una terza scelta, e tifare la squadra di un’altra città.

A volte però non si sceglie. Soprattutto per chi è nato e cresciuto a Roma, l’amore per una delle due squadre è una cosa naturale o ereditaria. Perché la squadra del cuore è come la mamma, non si può cambiare.

Oggi ti parlo di questo aspetto fondamentale della vita a Roma. La grande rivalità, sportiva ma anche storica e antropologica, tra Lazio e Roma.

Scopriamo i simboli, la storia, i retroscena e i significati del Derby della capitale.

La prima domanda che potremmo farci, pensando a una città divisa tra due squadre, è: ma quale delle due è più importante?

Una domanda da un milione di euro!

Che significa più importante?

Quella più antica? Quella più vincente? Quella più tifata?

Le risposte a queste domande non sono univoche.

Partiamo dalla storia.

Tra le due squadre, la più antica è la Lazio, fondata nell’anno 1900. Mentre la Roma è nata ufficialmente soltanto nel 1927.

La Lazio nasce come società polisportiva, vale a dire che non si occupa solo di calcio ma anche di altri sport. Anzi, soprattutto di altri sport. Nell’anno 1900, il calcio è ancora a un livello pionieristico. I fondatori della Lazio scelgono come colori sociali il bianco e il celeste, quelli della bandiera greca. Il riferimento è chiaro: due anni prima, nel 1898, la Grecia ha ospitato la prima edizione delle Olimpiadi moderne, è il simbolo internazionale dello sport e per questo merita un omaggio.

Per quanto riguarda il nome, Lazio, la storia è un po’ più complicata. I tifosi della Roma amano provocare i loro rivali dicendo: “ma visto che siete nati prima, perché non avete scelto il nome Roma?”. Innanzitutto, ci sarebbe stato un problema di omonimia, perché all’epoca esisteva una società sportiva che si chiamava Società Ginnastica Roma. E poi il legame tra le città e le squadre di calcio ancora non esisteva così forte come oggi. I fondatori della Lazio hanno scelto quel nome perché in latino indicava in modo generale la patria di tutti i romani. Un nome classico, coerente con la scelta anch’essa classica dei colori della Grecia per i colori sociali e quello dell’aquila imperiale romana come simbolo.

La Lazio dunque è la prima squadra di Roma, ma di certo non l’unica. Nei primi anni del XX secolo, il calcio diventa sempre più popolare e le squadre spuntano come funghi. Durante il fascismo, arriva la decisione di mettere fine al caos e di obbligare le città ad avere una o al massimo due squadre per organizzare un campionato serio. Così, per esempio, le varie squadre di Firenze si fondono per creare la Fiorentina. Lo stesso succede a Napoli e lo stesso dovrebbe succedere a Roma. C’è solo un piccolo problema. Tra le quattro società romane più importanti tre sono d’accordo, ma una no. Quella che non è d’accordo con la fusione è la Lazio, le altre tre nel 1927 fondano la AS Roma. Il suo nome è quello della città, i suoi colori -il giallo e il rosso- sono quelli della città, e il suo simbolo -la lupa che allatta Romolo e Remo- è quello della città.

Insomma, la Roma si candida al ruolo di squadra simbolo della città. E la Lazio resta fuori.

I presupposti per una rivalità feroce sono serviti.

 

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Se parliamo del presente, la Roma si trova un passo avanti rispetto alla Lazio sotto vari aspetti. È la squadra con il palmares più ricco: ha vinto tre volte lo scudetto, nove volte la coppa Italia e in bacheca può mostrare tre coppe internazionali, di cui l’ultima è la Conference League conquistata nel 2022.

La Lazio risponde con due scudetti, 7 coppe Italia e una Coppa delle Coppe per quanto riguarda i trofei internazionali.

Va detto che, in entrambi i casi, non si tratta certo di palmares di primissimo livello. E infatti, a parte alcuni momenti storici particolari, Lazio e Roma non sono state mai squadre di vertice. Per questo motivo, quando parliamo della rivalità tra le squadre della capitale, dobbiamo contare anche le sfide interne tra di loro.

In poche parole, ogni volta che si è giocato Roma-Lazio o Lazio-Roma chi ha vinto di più?

Anche qui, i giallorossi sono in vantaggio. In serie A si sono giocati finora 158 derby della capitale. La Roma ne ha vinti 57, la Lazio soltanto 41 e i pareggi sono stati 60.

La Roma è più avanti anche per quanto riguarda i tifosi. È una cosa che si può percepire anche solo camminando per le strade della città. Vedere persone che indossano sciarpe o tute della Roma è più facile che vedere qualcuno con indosso i colori laziali. E poi, bandiere appese dalle finestre, murales, adesivi. I tifosi della Roma sembrano proprio di più, o perlomeno lo mostrano più palesemente.

Le statistiche, per quanto possano valere, confermano questa percezione. Le persone che dichiarano di tifare Roma a Roma sono più di due milioni, mentre i tifosi della Lazio in città sarebbero poco più di 700.000.

Ci sono anche quartieri molto connotati dal punto di vista del tifo. I quartieri popolari di Testaccio e della Garbatella per esempio sono roccaforti giallorosse, mentre le zone borghesi ed eleganti di Corso Francia e dei Parioli ospitano statisticamente più laziali.

Questo per molto tempo ha creato lo stereotipo che la Roma sia la squadra più di sinistra, diciamo, la squadra degli operai e del popolo, mentre la Lazio sarebbe la squadra borghese e di destra. Forse è stato così in passato, ma oggi è difficile confermare un’analisi del genere, il tifo per una o per l’altra squadra è un fenomeno ormai completamente interclassista.

Il rapporto tra calcio e politica tuttavia è ancora molto forte, anche se diverso rispetto al passato. Tra i tifosi della Lazio, il gruppo di tifo organizzato degli Irriducibili è stato sempre e dichiaratamente ispirato da ideali di estrema destra e neofascisti. Per questo motivo, molto spesso le persone pensano che i laziali siano tutti fascisti. Io conosco diverse persone che tifano Lazio e che odiano il fascismo più di ogni altra cosa, e anzi sono molto arrabbiati con i loro compagni di tifo che hanno fatto guadagnare a tutti i laziali questa triste nomea.

I tifosi della Roma invece, almeno in passato, erano chiaramente di sinistra. Il gruppo organizzato dei Fedayn, nato negli anni ’70, aveva simpatie socialisteggianti, a partire dal nome ispirato da un gruppo di combattenti rivoluzionari palestinesi. Oggi i Fedayn si considerano apolitici e in generale tra i tifosi della Roma, come tra quelli della Lazio, ci sono tante persone di sinistra quante di destra.

La grande lotta tra le due tifoserie, che a volte sfocia anche nella violenza, è su chi rappresenta di più la romanità. I tifosi della Roma sembrano in vantaggio su questo. Tifano una squadra che si chiama come la città e possono cantare il suo nome nei cori e negli inni allo stadio. Inoltre, tra i giocatori simbolo che hanno fatto la storia della maglia giallorossa ci sono molti ragazzi ed ex-ragazzi romani. Il più famoso di tutti, naturalmente, è Francesco Totti, Er Pupone, oggi raffigurato anche su un grande murales nel quartiere di San Giovanni. E poi il suo erede, Daniele De Rossi, e qualche anno prima il capitano malinconico Agostino De Bartolomei.

La Lazio su questi punti ha le armi spuntate. Non ha mai avuto un giocatore bandiera anche solo paragonabile a Francesco Totti. Il calciatore più carismatico, e uno dei più forti, della storia biancoceleste è stato Giorgio Chinaglia, uno che però è nato a Carrara, in Toscana, e con la Lazio ha giocato solo sette stagioni.

Ai laziali però questo importa fino a un certo punto. Sono anche un po’ orgogliosi di essere minoritari, sostengono che amare una squadra meno popolare sia un gesto di vero amore e che molte persone che arrivano a Roma scelgono di sostenere i colori giallorossi per conformismo o per semplicità. Mentre chi sceglie la Lazio lo fa con grande convinzione. E senza paura.

Naturalmente è impossibile prendere una posizione in queste diatribe tra tifosi. Ognuna delle parti porta sempre l’acqua al proprio mulino. Ma è anche questo il bello del calcio.

Vivere a Roma significa anche gustare la creatività incredibile, quella buona e non razzista, intendiamoci, con cui i tifosi di Roma e Lazio festeggiano le proprie vittorie ma soprattutto le sconfitte degli avversari.

Nel 2000, la Lazio ha vinto il suo secondo scudetto, trent’anni dopo il primo. E nel 2001, a vincere è stata la Roma. I tifosi romanisti sono stati euforici per essere diventati campioni d’Italia, ma anche e soprattutto per averlo fatto dopo la Lazio, per spezzare dopo un anno la gioia degli odiati rivali. Lo scudetto, il simbolo dei campioni d’Italia, è un vero e proprio scudo cucito sulle maglie da calcio. E i tifosi della Roma per mesi dopo la vittoria in campionato hanno ricordato ai cugini laziali di avergli scucito lo scudetto dal petto per cucirlo sul proprio. Uno smacco niente male.

E che dire della finale di coppa Italia del 26 maggio del 2013. Per ironia della sorte, Roma e Lazio quel giorno si sono incontrate per contendersi la vittoria del trofeo. Ha vinto la Lazio per 1 a 0 e la conquista della coppa è stata bella certo, ma ancora di più vincerla contro la Roma. La frase più famosa citata dai laziali da quel giorno è: “Ti ho alzato la coppa in faccia”.

Perché vincere il derby è bello. Ma non perderlo è molto più importante.

Se non ci credete, chiedetelo a qualcuno -tifoso della Roma o della Lazio- che è andato al lavoro il giorno dopo una sconfitta in un derby.

Una delle cose peggiori che si possano vivere a Roma. Peggio del traffico, degli scioperi e della spazzatura.

Roma-Lazio, o Lazio-Roma, conta più di ogni altra cosa.

E tu hai scelto da che parte stare?

 

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